Oltre novanta i musicisti schierati sul palco del Teatro Filarmonico per questo fine settimana: in programma, la musica avvincente di Richard Strauss racconta le gesta degli eroi con la sua orchestrazione lussureggiante.
Il mito di Don Giovanni rivive negli slanci di Don Juan, mentre il corno solista, strumento eroico per eccellenza, è impegnato nel giovanile Primo concerto. A chiudere è lo Strauss più maturo, con uno sguardo ironico alla sua vita da artista: è lui, con le sue creazioni, l’eroe di Heldenleben, in prima esecuzione per i complessi artistici areniani.
Strauss in Arena: l’evento
Con l’occasione debutta anche Hansjörg Albrecht, direttore di Dresda apprezzato anche come organista e arrangiatore, alla guida dell’Orchestra di Fondazione Arena e del solista, il primo corno areniano Paolo Armato. La prima serata del concerto sarà venerdì 17 maggio, alle 20, con replica sabato 18 maggio, alle 17.
Il concerto (l’8° della Stagione Sinfonica 2024) ha una durata di 85 minuti circa più intervallo. Biglietti da 10 a 26 euro, con tariffe speciali under30, abbonamenti e carnet disponibili alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni concerto, alla Biglietteria del Filarmonico in via Mutilati.
La primavera sinfonica di Fondazione Arena si chiude il 17 e il 18 maggio con queste variazioni sul tema dell’eroe, sontuose anche per il numero di professori d’orchestra impiegati da Richard Strauss, genio tra ‘800 e ‘900 che incarna gli aneliti tardoromantici e le prime sperimentazioni del nuovo secolo.
I concerti
Il Primo concerto per corno e orchestra, in Mi bemolle maggiore, è un omaggio allo strumento del padre Franz, prima parte dell’orchestra bavarese e noto virtuoso: nei sintetici tre movimenti, in sequenza Allegro-Andante-Rondò Allegro, il giovane Richard mise alla prova le possibilità tecniche del corno, stabilendone una pietra miliare del repertorio. Di poco successivo è il primo grande successo sinfonico Don Juan (1888), un “poema sonoro” ispirato al leggendario Don Giovanni riletto però dal poeta tedesco Nikolaus Lenau, che all’incessante impeto del desiderio unisce più profonde angosce e disillusione. Ricchissima e sensuale è l’orchestrazione, oltre che l’invenzione melodica, voci di una libertà formale in cui compaiono, si evolvono e si inseguono tre temi principali.
Ein Heldenleben è un brano più ampio, strutturato in sei parti senza interruzioni, scritto da Strauss nel 1898 anche come sorta di autobiografia, al termine di una sua prima stagione eminentemente sinfonica e alla vigilia della consacrazione come autore di teatro musicale (Salome, Elektra, Il Cavaliere della rosa).
Non senza ironia, l’autore descrive l’eroe, la sua vita, i suoi nemici, il campo di battaglia, le proprie gesta (in cui rivivono, con brevi autocitazioni, i già celebri poemi sinfonici composti fino ad allora, da Don Juan a Così parlò Zarathustra) e la sua compagna, ritratto della moglie Pauline affidato ad un ampio assolo di violino. La ‘vita d’eroe’ si chiude nella tonalità iniziale, che non può che essere l’eroico Mi bemolle maggiore.
I concerti sinfonici riprenderanno in autunno, con due appuntamenti: l’11 e il 12 ottobre con le formazioni cameristiche da Wagner al jazz, mentre il 29 e il 30 novembre con l’Incompiuta di Schubert e la “celestiale” Quarta sinfonia di Mahler.