Le strade di Verona, ma non solo anche Milano è messa molto male, sono devastate dalle buche. La pioggia di questi giorni e la situazione degradata dell’asfalto stanno provocando voragini con uscita di materiale di sottofondo, tra cui ghiaia e sassi. Buche molto pericolose per chi si sposta in bici e in moto, pericolose anche per il Comune che in caso di incidenti e lesioni viene chiamato a rispondere per responsabilità penale.
La Cronaca di Verona nei giorni scorsi aveva denunciato la situazione gravissima alla quale il Comune dovrebbe far fronte con un piano di asfaltature da 10 milioni, più volte promesso, ma forse si dovrà attendere la bella stagione. Ma c’è da augurarsi che i lavori questa volta siano fatti a regola d’arte, con materiali di qualità che durino nel tempo. Perché c’è modo e modo di asfaltare le strade. Che sarebbe tra l’altro ordinaria manutenzione, non esattamente una strategia politica di governo.
“Quello delle strade è un settore malato”, taglia corto Danilo Valerio responsabile tecnico e commerciale della Divisione Opere Viarie e Infrastrutture di Index Construction Systems and Products che da oltre dieci anni si occupa di strade e asfaltature.
I conti sono presto fatti per capire quanta carenza di risorse e programmazione ci sia a Verona da anni. “Il Comune di Verona ha 1.100 chilometri di strade, che sono larghe 6 metri. Parliamo quindi di 6 milioni 600 mila metri quadrati di superficie da asfaltare in un arco di tempo di 20 anni, che sarebbe la durata di vita media di un tappeto d’usura. Il che vuol dire 330 mila metri quadrati da asfaltare ogni anno al costo di 15 euro per metro quadrato: sono 5 milioni scarsi da investire annualmente solo per i tappeti di usura. Ma sulle strade in questi anni i carichi di transito sono cambiati e sono sempre più importanti per cui servono spessori adeguati: i 12 centimetri di spessore previsto dal catalogo delle pavimentazioni stradali messo a punto dal Cnr non li ha nessuno, infatti”.
Ma asfaltare bene si può. Se si vuole
Transitano più auto, più camion, le ruote delle vetture sono il doppio di una volta, il traffico è aumentato, il transito degli autobus è cresciuto: è chiaro che le strade sono sottoposte a uno stress maggiore rispetto a dieci, venti anni fa. Eppure…
“Eppure i Comuni asfaltano non in base alle necessità me in base ai soldi che hanno e che devono bastare. E allora rinnovano solo il tappeto di usura quando servirebbe ben altro. Ma il codice civile dice che chi esegue il lavoro pubblico ne è responsabile per dieci anni. Chi controlla?”
Altro tema fondamentale è proprio questo: il controllo post lavori viene spesso autocertificato dall’impresa stessa perché il Comune non ha personale da mandare in sopralluogo. Eventualmente la contestazione all’impresa parte dopo mesi. “Solo 20 anni fa ricordo che un magistrato della Procura di Verona aveva fatto fare carotaggi nell’asfalto delle strade comunali e il 90% dei campioni non andava bene”.
Del resto, le stesse imprese se sono poco serie hanno l’interesse a che la strada duri poco: così avrà più lavoro. La manutenzione infatti è scarsa per problemi di denari e di priorità: asfaltare una strada troppo spesso è soprattutto un’arma elettorale. Si sa da sempre che si asfalta alla vigilia delle elezioni. E chi amministra spesso pensa solo all’immediato, non certo a far eseguire lavori con una prospettiva di 20 anni.
Ma l’aspetto curioso, che sottolinea Valerio, è che non tutte le pubbliche amministrazioni ragionano e lavorano nello stesso modo.
Asfaltare? Arma elettorale. Lavori fatti male e in fretta
Per esempio, nel regolamento dell’Amministrazione provinciale per la sistemazione delle strade è previsto e richiesto per tutti gli scavi stradali che l’impresa esecutrice del lavoro utilizzi, per il ripristino, la membrana in bitume che allunga la vista al menato stradale. La membrana in bitume è un’idea e un prodotto messo a punto dalla Index, ma al di là dell’aspetto commerciale, qui c’è un tema di sicurezza in primo piano.
Il Comune di Verona questo regolamento per come asfaltare le strade e risistemarle dopo gli scavi (un esempio per tutti, quello per la posa della fibra ottica) lo sta preparando da anni.
“Alcuni esempi: in via Sommacampagna sono stati eseguiti lavori stradali nel 2013 utilizzando la membrana di bitume come rinforzo e dopo 11 anni tiene ancora molto bene nonostante il transito di molti camion. In piazza Vittorio Veneto nell’agosto 2016 sono stati eseguiti lavori di asfaltatura con soli 3 centimetri di asfalto e dopo 7 mesi si riaprivano le crepe e affiorava la sabbia sottostante”. Valerio produce una gran quantità di fotografie a testimonianza di lavori ben eseguiti e altri invece fatti molto male. “Per la posa della fibra ottica, qui si ripristina con una traccia rosa, a Villafranca il Comune esige che si ripristini lo scavo con obbligo di utilizzare la membrana di bitume che allunga la vita alla strada. La durata media infatti, con la membrana di bitume, per la vita di una strada è 4 volte di più”.
Certo, il costo del lavoro è superiore “ma si ripaga con il risparmio sulla manutenzione negli anni e con la necessità di riasfaltare dopo 20 anni e non dopo 7 mesi perchè tornano le crepe si infiltra la pioggia. Inoltre, utilizzando la membrana di bitume si può utilizzare uno strato di asfalto più basso e anche questo è un risparmio”.
Insomma sistemare le strade in modo sicuro si può fare. Certo, “Asfaltar no es gubernar” come diceva e scriveva don Salvador De Madariaga, intellettuale liberale spagnolo anifranchista, che negli anni Cinquanta andò a insegnare a Oxford e faceva questa affermazione per sottolineare che svolgere l’ordinaria amministrazione non è sufficiente per governare. Ma di questi tempi ci si potrebbe anche accontentare.
Nel frattempo, come dice Cetto Laqualunque se ci sono le buche il rimedio è uno solo: evitatele.