Protagoniste della 4ª uscita di Le perle nascoste sono le storie di vita: su Amazon Prime Video troviamo La stranezza, ultima opera di Roberto Andò, qui impegnato a raccontare in salsa ironica la vicenda di Luigi Pirandello; su Sky, invece, ci immergiamo in una storia di redenzione e riscatto con Living, di Oliver Hermanus, stupendo ritratto umano ispirato all’omonima opera del 1952 di Akira Kurosawa. La stranezza (2022 – Amazon Prime Video) 1920, Agrigento. L’80º compleanno di Giovanni Verga convince Luigi Pirandello a ritornare nella sua città natale; il suo arrivo è però accompagnato dalla morte di Maria Stella, l’anziana bàlia che aveva cresciuto ed educato l’uomo nella sua infanzia siciliana; la sfortunata occasione costringe l’autore a incrociare la strada di Nofrio e Bastiano, due noti becchini che nel tempo libero amano dilettarsi col teatro. È un raffinato gioco meta-teatrale tra realtà e fantasia, l’ultima fatica di Roberto Andò. Sul filo di questi due mondi si installa infatti la storia di La stranezza: racconto di vita vero-falso ambientato in una Sicilia rurale e grottesca, il film si concentra su un Pirandello alla disperata ricerca di un’ispirazione che gli permetta di scrivere quello che poi sarà il suo pezzo teatrale di maggior successo. Dal suo sentimento di stranezza – cioè di inquietudine – e dall’incontro con i personaggi-maschere del paese d’origine nascerà infatti quel parto letterario che è Sei personaggi in cerca d’autore, massimo emblema del valore di una creatività artistica viva e ardente. A celebrare la stessa vitalità l’intero cast del film, che a fianco a un Toni Servillo mai fuori posto posiziona il duo Ficarra e Picone, azzeccata scelta in un’opera di rara originalità. Living (2022 – Sky) Nell’Inghilterra degli anni ’50, il distinto Mr. Williams si trova ormai da anni a capo di uno degli uffici pubblici del City Hall di Londra. Rispettato e temuto da tutti, l’uomo asseconda il malato sistema di rimpalli di responsabilità tipico delle pubbliche amministrazioni e conduce la sua vita in pace e senz’alcun senso di colpa. Ma dopo aver ricevuto una cattiva notizia che lo riguarda in prima persona, decide di cambiare marcia… Fulgido remake all’inglese di Vivere di Akira Kurosawa, Living rispetta in parte la trama dell’omonimo giapponese ma ne rivoluziona i toni, trasformando la storia in una vicenda di riscatto dal valore sociale collettivo: per vivere la vita e non soltanto sopravvivere ai suoi accadimenti c’è infatti bisogno di un risveglio etico-morale condiviso da tutte le generazioni; giovani ed anziani hanno infatti eguali responsabilità, tanto nei confronti della propria vita quanto nel rispetto della missione pubblica, e nella capacità di quest’ultima di migliorare la quotidianità di ciascuno; tale vocazione s’impone con l’avanzare dei minuti e guida tutta la seconda parte dell’opera, nella sua interezza dominata dall’interpretazione di Bill Nighy e dalla volontà, decisa e a tratti commovente, di trasmettere – una volta ogni tanto – un messaggio di bellezza e positività.
Maria Letizia Cilea