La notizia che Pietro Maso ha ricevuto e forse riceve ancora il reddito di cittadinanza sta idignando l’opinione pubblica, sopratutto sui social, che già di norma ribollono, figuriamoci di fronte a una simile “chicca”. La comunità di Montecchia di Crosara, poi, è incredula. Non potrebbe essere altrimenti. Maso ha massacrato i genitori a colpi di spranga. Il delitto ha segnato un’epoca. Il fatto non verrà mai dimenticato. Il piccolo comune di Montecchia continuerà a lungo a essere ricordato come il teatro della mattanza. Maso ha scontato la pena che la giustizia gli ha inflitto, ha subito nuove restrizioni quando – pare sotto l’effetto della droga – ha minacciato le sorelle di fare la stessa fine di papà e mamma – la sua guida spirituale, don Guido Todeschini, lo descrive come un uomo che sta cercando di ricominciare. Non possiamo sapere se Maso si sia davvero pentito dell’abominevole crimine e nemmeno ci importa. Chi però in queste ore si accanisce contro di lui sui social per via dei 780 euro al mese garantiti dallo Stato sbaglia bersaglio. Non è colpa di Maso se il reddito di cittadinanza viene concesso anche ai criminali. Lo hanno intascato boss mafiosi che nella loro carriera hanno ucciso direttamente o indirettamente centinaia di persone. Il reddito grillino lo hanno percepito i peggiori farabutti del Paese. Perché Maso, che ufficialmente risulta poco più che un indigente, doveva astenersi? L’unico colpevole di questa schifezza è il governo, non solo quello attuale ma anche il precedente, dal momento che il sussidio è stato varato quando nella sala comandi c’erano 5 Stelle e Lega. Oltretutto, dato che Maso è interdetto dai pubblici uffici e non ha mai chiesto la riabilitazione, non avrebbe mai potuto chiedere il reddito. Lo Stato pare che se ne sia accorto solo ora. Da vedere se e con quali tempi provvederà all revoca dei 780 euro al mese, cifra superiore ai 600 che il premier Conte ha erogato in molti casi con largo ritardo a chi è stato travolto dal Covid. La Repubblica delle Banane è molto più seria.