E’ la sera di Luca Campedelli. Purtroppo, vien da dire. Occhi puntati su Report, la trasmissione di Rai 3 che mette il dito nelle (tante piaghe) della nostra società. Stasera tocca al mondo del calcio (non è la prima volta) e il clou è l’intervista concessa da Campedelli, nei giorni scorsi sentito anche da “Le Iene”.
“Forse sarà l’ultima intervista che darò” ha detto Campedelli, che ha vuotato il sacco come mai aveva fatto in precedenza. Proprio questo, in realtà, ha acceso riflettori diversi sul “mondo Chievo”, destando molte perplessità (oltre a quelle già esistenti) su una sentenza che appare più che mai “cattiva”, anche alla luce dell’attualissimo scandalo-plusvalenze.
Una trasmissione, c’è da scommettere, che anche in casa-Juve ascolteranno molto attentamente. Perchè le parole di Campedelli potrebbero davvero scoprire il pentolone, come già stanno facendo i giudici torinesi alle prese con i bilanci “discutibili” del club guidato da Agnelli.
Tra l’altro, questa sera, ci sarà pure un intervento di Lucianone Moggi, il quale, come suo solito, minaccia di non andarci leggero: “Vi racconterò chi manovra il mondo del calcio” ha detto tra l’altro l’ex plenipotenziario della Juve, a sua volta intenzionato a togliersi molti sassolini dalle scarpe.
Sì, insomma, due pesi e due misure. “La legge? Per gli amici si interpreta, per i nemici si applica” è uno dei passaggi “forti” dell’intervista di Campedelli. Il quale non ha usato mezzi termini e, forse, col senno di poi, avrebbe dovuto farlo anche prima. “Al tavolo non servivamo più” ha detto ancora Campedelli. “E quindi nell’ottica del Palazzo, ci hanno sbattuto fuori”.
Il presidente delinea un quadro in cui il Chievo, non più funzionale al Palazzo, sia stato eliminato. “Abbiamo dimostrato che i conteggi che ci avevano messo in fuorigioco in realtà erano sbagliati e che noi eravamo comunque iscrivibili al campionato. Ma non ci hanno voluto ascoltare”.
E sul capitolo plusvalenze, tema che non può non creare polemiche, visto che oggi è la Juve ad essere sotto processo, per quasi 300 milioni di plusvalenze: “Ma anche qui hanno dato un’interpretazione sbagliata, noi eravamo in regola a prescindere dalle plusvalenze”.
Campedelli confessa poi la sua profonda delusione per “un mondo, quello del calcio, dove chi entra non lo fa per per il calcio, la passione…Lo fa per altri interessi, voglia di protagonismo e questo non fa bene al calcio italiano. Io, almeno, ho cercato di fare calcio solo per il calcio…”.
E’ apparso provato, Campedelli. Alle Iene, aveva detto, di “sognare ancora l’erba di Veronello, il contatto con i suoi giocatori, quel clima di famiglia” che per vent’anni ha incantato l’Italia.