La tutela dell’ambiente è un tema che appartiene a tutti i cittadini e diventerà sempre più importante nei prossimi anni. Da tempo oramai anche in Italia si parla di “transizione ecologica”; da pochi mesi è stato creato anche un nuovo dicastero che porta quel nome. Fin dal suo insediamento, il neo Ministro Cingolani ha tenuto ad affermare l’impegno dell’intero Governo in tutte le politiche afferenti a tale transizione: “quella energetica, delle emissioni, lo sviluppo sostenibile, la mobilità green, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici”.
Belle intenzioni ed obiettivi condivisibilissimi, ma che proprio in questi giorni sembrano scontrarsi con la dura realtà dei fatti. Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenterà del 40%.
Questi rincari sono causati dall’aumento del prezzo del gas a livello internazionale. Se l’energia aumenta troppo di costo, le imprese perdono di competitività e i cittadini, soprattutto quelli di reddito più basso, faticano ulteriormente per pagare beni primari.
Ma perché questi rincari? Mentre la pandemia viene lentamente sconfitta, l’economia mondiale si riprende, le aziende tornano a lavorare a pieno regime, la domanda di energia si impenna e, di conseguenza, aumenta il costo del gas, fonte principale dell’elettricità. Poi si assiste anche all’aumento del prezzo della CO2, legato alla necessità di “decarbonizzare” l’economia, per combattere la crisi climatica.
Le aziende Ue che producono anidride carbonica (il principale gas serra), fra le quali quelle energetiche, devono pagare per questo, comprando quote di emissioni nel sistema europeo Ets. Il prezzo di queste quote viene aumentato gradualmente, per spingere le aziende a decarbonizzare, con conseguente aumento dei costi di produzione e, quindi, delle tariffe in bolletta.
In Italia, i prezzi del metano e della corrente sul mercato tutelato sono fissati all’inizio di ogni trimestre da Arera. Nel terzo trimestre 2021 il costo dell’elettricità era aumentato del 9,9%, e quello del gas del 15,3%. Ma la bolletta elettrica sarebbe salita addirittura del 20%, se il Governo non fosse intervenuto per calmierarla, utilizzando 1,2 miliardi ricavati dalla vendita di quote di emissioni nel sistema Ets.
Ora, per il quarto trimestre 2021, Arera deve di nuovo aggiornare le tariffe, tenendo presente che il prezzo del gas e le tariffe del carbonio sono salite ancora dal 1° luglio. Il Ministro ha recentemente parlato addirittura di un 40% in più per l’elettricità.
Il Governo deve di nuovo correre in aiuto di famiglie ed imprese per evitare una nuova e più gravosa stangata.
La strada più semplice è quella di usare ancora i soldi dell’Ets. In pratica, i soldi sborsati dalle aziende energetiche per emettere CO2, che fanno aumentare le bollette, andrebbero restituiti alle stesse aziende, per fare abbassare le stesse bollette.
Ma sarebbero opportuni provvedimenti più strutturali: tagliare gli oneri di sistema, cioè tutti quei balzelli caricati sulle bollette di luce e gas perché “relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico”.
Insomma: facciamo in modo che l’ambientalismo tanto caro a Greta Thunberg non si dimostri subito un’ideologia globalista fondata su una visione anti-imprese, anti-crescita e che non tenga conto delle esigenze sociali delle persone, soprattutto di quelle più fragili e con reddito più basso.