La blindature delle aree più colpite
Entrerà in vigore il divieto di spostamento da e per le regioni che hanno un livello di rischio elevato. Vuol dire che non si potrà entrare nelle regioni che sono in lockdown e i residenti non potranno uscire, a meno che non ci siano «comprovate esigenze», dunque motivi di lavoro, di salute e di urgenza che devono però essere dimostrati e annotati sul modulo di autocertificazione. Rimane sempre la possibilità di fare ritorno nel proprio domicilio e dunque chi si trova in una «zona rossa» al momento dell’entrata in vigore dell’ordinanza potrà uscire.
Le Regioni a livello 3: solo spostamenti giustificati
Nelle regioni a rischio elevato scatterà il lockdown per due settimane. Vuol dire che si potrà uscire soltanto per andare al lavoro e a scuola oppure per «comprovate esigenze», dunque per motivi di salute e di urgenza. Per farlo bisognerà avere il modulo di autocertificazione che dovrà giustificare i motivi dello spostamento. Se si dovrà andare da una persona non dovranno essere indicate le generalità per motivi di privacy. Saranno chiusi i negozi al dettaglio. Saranno aperti quelli che vendono generi alimentari, le farmacie e le parafarmacie, i tabaccai, le pasticcerie e le gelateria. Chiusi i bar e i ristoranti. Chiusi anche i parrucchieri, i barbieri e i centri estetici. Saranno aperti gli asili, le scuole elementari e, forse, le prime medie. Si potrà fare jogging e attività motoria all’aperto. Saranno aperte le attività produttive, dunque le fabbriche e le industrie, gli studi professionali e gli uffici pubblici.
Regioni a livello 2: negozi e parrucchieri aperti, ristoranti chiusi
Nelle Regioni che si trovano nel livello intermedio di rischio saranno c hiusi bar e ristoranti per tutta la giornata. I negozi potranno rimanere aperti, così come parrucchieri, barbieri e centri estetici. I cittadini non avranno limitazioni negli spostamenti, se non quello di rispettare il coprifuoco nazionale. La scuola elementare non chiuderà, ma per le medie e i licei sarà prevista la didattica a distanza. Rimane la possibilità per i governatori e i sindaci di emanare ordinanze più restrittive che tengano conto del livello di contagio e soprattutto delle strutture sanitarie, così come di prendere provvedimenti mirati per le Rsa e gli altri luoghi con alto fattore di rischio. Misure che dovranno essere comunque condivise con i vertici regionali e con il governo. Non sarà invece consentito a governatori e sindaci firmare ordinanze meno restrittive e dunque con misure più allentate rispetto a quelle decise a livello nazionale.
Per gli anziani
Anziani, persone fragili da tutelare. Ma come? Hanno già pagato un prezzo altissimo nella prima fase dell’epidemia, con migliaia di morti e adesso rischiano di essere ancora i più colpiti, non solo dal virus che uccide. Ma l’ipotesi di restrizione della mobilità per gli over 70, caldeggiata anche dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, non è passata nel confronto Stato-Regioni sul nuovo Dpcm. Non dovrebbero esserci, dunque, nelle disposizioni attese per oggi, confinamenti in casa, e nemmeno nelle strutture socio-sanitarie di accoglienza che dovranno invece, necessariamente, rafforzare la prevenzione e fare rete sul territorio con l’intero sistema socio-sanitario. Ma come fare, in concreto, per proteggerli i nostri anziani? «Non vanno sequestrati a casa, serve una mappa delle fragilità, che molti amministratori locali hanno già fatto – propone il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri –. Non è difficilissimo, basta impegnarsi di più.
Ogni Comune ha quattro figure essenziali che controllano gli anziani: il farmacista, il medico di medicina generale, il sacerdote per gli anziani che vanno in chiesa e circoli e associazioni per la terza età. Mettiamo in rete questi soggetti e riusciremo a proteggere bene gli anziani”.