…E anche quest’anno si avvicina la ricorrenza più amata o più temuta: il Natale. Se molti lo aspettano con entusiasmo perché è un’occasione per stringersi ai propri cari, fare festa e staccare dagli impegni della quotidianità con qualche giorno di vacanza, altri invece lo vivono come fonte di stress per la corsa ai regali e i pranzi poco sentiti con parenti, alcuni infine lo temono perché riapre vecchie ferite e riattiva un profondo senso di solitudine. Gli autori di un recente studio scientifico, originale ed ironico, hanno cercato di capire se tale posizione (riassumibile nei cosidetti soggetti pro o contro il Natale) potesse essere letta non solo dall’atteggiamento delle persone nei confronti di questa festività, ma anche a livello celebrale. Per comprenderlo hanno utilizzato la Risonanza Magnetica (RM) al fine di localizzare lo “spirito natalizio” nel cervello umano (Hougaard et al., 2015). Il gruppo di studio, coordinato dal Dr Anders Hougaard ha effettuato la RM all’encefalo a 26 persone adulte che erano solite festeggiare o meno il Natale. I soggetti, in precedenza, avevano compilato un breve questionario in cui avevano indicato le loro abitudini e il loro stato d’animo durante il periodo natalizio. Mentre i partecipanti erano distesi e monitorati dal macchinario della RM, davanti ai loro occhi venivano proiettate, una dopo l’altra, una serie di 84 immagini tutte riguardanti il Natale. Il risultato dello studio fu il seguente: i soggetti soliti a festeggiare e a vivere con serenità il Natale, quando percepivano e registravano le foto correlate a quella festa, mostravano un incremento dell’attività cerebrale, in particolare nella corteccia sensomotoria, premotoria, primaria e nel lobo parietale. Le regioni cerebrali che si attivavano erano quelle associate alla spiritualità e al riconoscimento delle principali emozioni facciali. Non emergeva invece alcuna attivazione celebrale nei soggetti indifferenti o comunque non amanti del Natale. Gli autori hanno quindi concluso che lo spirito del Natale è un fenomeno che si può ritrovare non solo nei comportamenti delle persone ma anche a livello celebrale, anche se naturalmente servono ulteriori ricerche per comprendere meglio e appieno il fenomeno.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta