Spianà, surf e il piano del verde sportivo Le palestre di arrampicata e le onde a Ca’ Bertacchina: c’è una visione d’insieme o no?

Da un lato abbiamo la Giunta che approva un parco sportivo alla Spianà, in realtà sarà interessata solo una porzione della vasta area per la quale l’architetto Rudi nel secolo scorso aveva progettato il parco della città. Ci sarà un impianto coperto per l’arrampicata sportiva, palestre e percorsi ciclabili. Dall’altra parte, l’impianto per le onde da surf, che era stato anche proposto per la Spianà (e anche alla Marangona, nell’ambito destinato alle attività ricreative e spettacoli), dovrebbe andare in accordo con i privati a Ca’ Bertacchina, nell’ex cava, recuperando un sito che rischia di non essere utilizzato.Due scelte che creano dibattito in città. Scrive infatti l’architetto Giorgio Massignan, coordinatore dell’osservatorio Veronapolis: “Personalmente non sono favorevole alle strutture artificiali che riproducono gli eventi naturali per poter esercitare degli sport in contesti ambientali non idonei. Pertanto, anche il progetto di “Onda Surf”, cioè di una grande piscina con le onde prodotte artificialmente per praticare il surf, da realizzarsi alla Bertacchina, una zona agricola dopo la Croce Bianca, con accesso da via Gardesane, non stimola il mio entusiasmo. Spero siano stati valutati, oltre ai problemi ambientali, anche quelli che potrebbe provocare all’attuale sistema viabilistico, già ora in crisi, l’ingresso su via Gardesane, una strada già interessata dal flusso di automobili dirette al lago di Garda. Non ritengo che l’allargamento di alcune strade, la costruzione di un paio di rotatorie e un collegamento ciclo-pedonale tra l’area d’intervento e la Croce Bianca, siano sufficienti a risolvere il problema dell’aumento della viabilità”.La scelta confermerebbe, secondo l’ex assessore all’urbanistica, che “Purtroppo, questa amministrazione, come del resto le precedenti, ritiene corretto favorire le esigenze degli investitori privati, soprattutto se sono riferite allo sviluppo delle attività ludiche, sportive o pseudo tali, che possano attrarre pubblico e turisti. Un paradosso rispetto alle reali necessità della nostra città”.Ci potrebbe però essere una strada migliorativa: “Se accogliere questa richiesta e quindi ricevere una serie di compensazioni economiche da parte degli imprenditori privati, potesse significare la realizzazione nella Spianà di un parco sportivo pubblico, alberato e con tanto verde, e il trasloco in quella zona delle strutture sportive che attualmente bloccano una corretta lettura delle mura magistrali (via Galliano-via dal Cero per intenderci-ndr), l’intero progetto potrebbe essere analizzato e valutato in rapporto con l’intero territorio. In questo modo si potrebbe, oltre a realizzare un grande parco pubblico con varie strutture sportive, anche valorizzare parte del nostro patrimonio storico monumentale”. Ma ragionare solo sull’ “Onda Surf”, significherebbe non considerare organicamente le necessità del territorio e le relative risposte, rischiando di pianificare la città caso per caso, come le pezze colorate che formano l’abito di Arlecchino”, conclude il coordinatore di Veronapolis.