Spesso facciamo i conti con l’etichetta Valentina Trivellato: non apprezziamo le qualità che ci contraddistinguono dagli altri

VALENTINA TRIVELLATO: un libro contro tutte le “ETICHETTE”
Valentina Trivellato, padovana di nascita e residenza, e una studentessa universitaria in Scienze Filosofiche e dell’Educazione, autrice del romanzo NOI SIAMO ETICHETTE che chiediamo all’autrice di presentarci.
«Questo mio romanzo – inizi a raccontare Trivellato – tratta di un argomento molto importante e attuale, secondo me, dove ognuno di noi si può rispecchiare nella quotidianità della vita. Parlo di “etichette” che sono un aggettivo non scelto, ma imposto dalla società e le consuetudini che la caratterizzano, per cui senza il nostro consenso, perché subito.»
Perché un romanzo sulle etichette?
«Inizialmente non era mia intenzione scrivere un romanzo sulle etichette. Mi sono sempre dedicata a trascrivere i miei pensieri su carta, annotando quello che mi succedeva durante la giornata, da definirli quasi uno “sfogo con la penna” per raccontare e rivolgermi a me stessa, e cercare di risolvere un problema che mi si poneva davanti. Di lì a poco, dopo un susseguirsi di mille etichette che ho acquisito nel tempo, ho pensato che sarebbe stata un’ottima occasione dare spazio ai miei pensieri e renderli pubblici e alla portata di tutti.»
Cosa pensi possa influenzare nella vita di una persona l’etichetta affibbiata dalla società?
«Dipende molto dall’etichetta che si riceve. Possono essere positive, ma anche il contrario. Come ben sappiamo, le etichette che ci vengono assegnate, per la maggior parte delle volte, sono negative e non ci rimane che fare i conti con esse. Queste possono portare a perdere la propria autostima, ad una sfiducia in noi stessi, e a disprezzare anche quei talenti personali che abbiamo coltivato con fatica nel tempo. Tutti, per natura e ragione di pensiero, ci focalizziamo sempre su quelle azioni o percezioni che non vanno bene, agli occhi nostri e degli altri, invece di apprezzare le proprie qualità che ci distinguono e ci contraddistinguono dagli altri.»
I tuoi studi ti hanno aiutato nella stesura del romanzo?
«Sono molto soddisfatta sulla carriera universitaria che ho deciso di intraprendere, oltre puramente al un fatto di conoscenza sull’educazione, che mi ha permesso di trarre lo spunto per realizzare quest’opera. Grazie ai miei studi ho approfondito in modo ampio i conetti legati agli stereotipi, da come nascono a cosa comportano, unitamente ai pregiudizi e tutte quelle etichette che ne derivano di conseguenza.»
Sappiamo che ami imparare quante più lingue possibile per permetterti di viaggiare in ogni parte del mondo.
«Sono una ragazza tranquilla, contornata da mille ambizioni e voglia di imparare cose nuove. Mi piace approcciarmi alla vita con entusiasmo e cercare di trovare del bello, anche nelle sfide più complesse. Amo leggere, camminare all’aria aperta e danzare, oltre che stare con i miei amici, chiacchierare e aprire dibattiti su qualsiasi tema. Imparare le lingue straniere è una passione che ho scoperto qualche anno fa, ed oggi mi rendo conto che imparare una nuova lingua può aiutare a viaggiare e dialogare con le persone che vivono in paesi lontani, quasi fiabeschi.»
Perché dovremmo leggere il tuo romanzo?
«Perché è un testo semplice, a volte divertente, che per ogni capitolo c’è una sua morale. Vorrei che i lettori si emozionassero nel leggero questo libro, come mi sono emozionata io nello scriverlo mentre descrivevo avvenimenti, pensieri, problematiche e giochi che aiutano a riflettere sul perché veniamo etichettati in determinati modi e come potremmo comportarci di conseguenza. Ognuno di noi è la speranza per sé stesso, per vivere una vita un po’ più dolce e meno amara.»

Gianfranco Iovino