“Alle Dante Alighieri ho fatto le medie, con quelle scuole ho un legame affettivo. Ma non c’è solo quello, da amministratore pubblico sento il dovere di sottolineare come a Verona ci sia un enorme problema di insicurezza. Mi spiace che chi amministra la nostra città, con a capo il Sindaco Sboarina, non abbia l’onestà intellettuale per riconoscerlo. Sboarina parla di insicurezza solamente percepita ma non reale, queste sue parole sono un beffardo affronto ai cittadini”.
A dirlo il Consigliere regionale e comunale Alberto Bozza. Che sottolinea: “Spieghi Sboarina se un incendio in una scuola è un caso da derubricare a insicurezza solamente percepita, se lo è un branco che in pieno giorno in via Mazzini aggredisce un quindicenne. Ci dica il Sindaco se sono una fantasia dei cittadini gli atti di vandalismo dei taglieggiatori di gomme che hanno colpito in borgo Trento, Quinzano, Avesa e Valdonega e sembrano non volersi fermare. E le frequenti risse, i furti nei quartieri e negli impianti sportivi, le rapine dove le mettiamo? Abbiamo già dimenticato, solo per citare gli episodi più clamorosi degli ultimi mesi, il rider sfregiato, il barista aggredito in borgo Trento fuori dal suo locale, la ragazza molestata e rapinata in via Città di Nimes, l’anziano ottantenne rapinato in stazione?”.
Bozza è consapevole “dei problemi sociali che il Covid sicuramente ha esacerbato” e sottolinea “lo sforzo e la professionalità del Prefetto, con cui mi sono scritto, e di tutte le Forze dell’Ordine, che fanno quanto possibile tra turni e pattugliamenti costanti per garantire la sicurezza”. Tuttavia, continua il Consigliere, “latitano clamorosamente le iniziative politiche e amministrative del Sindaco”.
Intanto Michele Croce leader di Prima Verona e past president di Agsm lancia una raccolta di firme negli esercizi commerciali e nei quartieri.
“Ennesimo fatto gravissimo che dimostra come Verona sia ormai una città fuori controllo – spiega Michele Croce, leader di Prima Verona e past president di Agsm -. Ma non serve solo stare a guardare, lamentarsi e condannare questi fatti, né sono sufficienti interrogazioni, ordini del giorno, “riflessioni” nelle stanze del palazzo; servono azioni concrete, precise, immediate”.
“Ecco perché Prima Verona – continua Croce – ha deciso di raccogliere le firme per una petizione popolare con proposte concrete, attuabili e già attuate, per dare finalmente una scossa a questo sindaco immobilista”. Le tre proposte prevedono l’istituzione della figura del vigile di quartiere, come già fatto in tante città come Milano, Firenze o Modena, che pattugli il territorio e sia un punto di riferimento costante e concreto per i cittadini. L’attivazione di un sistema di controllo del vicinato tramite gruppi Whatsapp, al cui interno ci siano segnalatori con esperienza deputati al collegamento con le forze dell’ordine che sappiano come intervenire, esperienza già presente in tante città come Parma, Monza e Arezzo.