Si avvicina sempre di più l’ora x dello spareggio salvezza tra Spezia ed Hellas Verona e come spesso accade per le partite ad alta tensione emotiva le polemiche non mancano. Prima a causa della questione stadio neutrale con tutti i tifosi in subbuglio per lascelta della federazione di giocare alla Dacia Arena di Udine, città scomoda per entrambe le tifoserie, poi fortunatamente sostituita con il Mapei Stadium di Reggio Emilia e infine per la questione biglietti. È stato infatti scelto di distibuire i tagliandi in numero limitato per cercare di evitare i tanto temuti scontri tra le due tifoserie. Tuttavia, nonostante o primi rumors facessero pensare alla sola apertura delle due curve, sono stati messi in vendita anche alcuni biglietti nel settore distinti.
Match ad alta tensione dunque, non solo fuori ma anche dentro il campo con due squadre che obiettivamente i questa stagione hanno deluso le aspettative. Soprattutto per il Verona che veniva da un’ottima annata 21/22 e in pochi si aspettavano una stagione così travagliata. Certo le attenuanti ci sono, ai gialloblù è stato tolta tutta la potenza di fuoco dell’attacco dello scorso anno con le cessioni di Simeone, Caprari e Barak e i risultati in zona gol si sono visti eccome: solo 31 i gol fatti, proprio come i prossimi avversari dello Spezia.
Sarà una partita secca da dentro o fuori e senza la possibilità di errori, non sono nemmeno previsti i tempi supplementari, se al termine dei 90 minuti regolamentari il risultato sarà in parità si procederà direttamente con l’esecuzione dei calci di rigore. Scenario in cui potrebbero risultare decisivi i due numeri 1, situazione che potrebbe essere un problema per i liguri dato che la prima scelta Dragowski è in dubbio e sicuramente Zoet non offre le stesse garanzie tra i pali.
Formazione tipo invece per l’Hellas che vedrà con ogni probabilità Montipò tra i pali Magnani, Hien e Cabal in difesa; Faraoni, Tameze, Veloso e Depaoli a centrocampo; Verdi e Ngonge a supporto dell’unica punta che sarà Milan Djuric.
La partita sarà diretta da quello che probabilmente è il miglior fischietto italiano degli ultimi anni: Daniele Orsato della sezione di Schio, una scelta senza dubbio condivisibile che va nella direzione di cercare di evitare le polemiche almeno sotto questo aspetto.
Giulio Ferrarini