Sottopasso, qui serve un rinforzo Amt3 ha pubblicato una foto sulla situazione trovata sull’opera costruita 34 anni fa

Dopo tante polemiche sulla mancata apertura del sottopasso unificato di via Dal Cero e via Città di Nimes che dopo un anno di lavori e scavi doveva essere pronto almeno in parte per Vinitaly, è la stessa Amt3 responsabile del cantiere del filobus a rivelare i motivi tecnici che hanno costretto al rinvio. Un rinvio previsto in almeno due mesi: si riaprirà, forse, a giugno.
Perché? Si è parlato di strutture dei sottopassi realizzati nel 1990 ormai malandate, non più integre e bisognose di lavori di rinforzo, Ma ora il motivo lo rivela appunto Amt3 pubblicando su Facebook una foto della situazione trovata all’interno dei sottopassi costruiti 34 anni fa in occasione di Mondiali anni Novanta. Le pareti di contenimento che dovrebbero presentarsi come una unica lastra di cemento armato, in realtà presentano fessurazioni, disgregazione, infiltrazioni e anche se la struttura di cemento è rinforzata con ferro e sembra ancora garantire una certa sicurezza, si rende necessario un intervento di rinforzo e sistemazione delle pareti. Altrimenti non sarebbe garantita la sicurezza delle migliaia di veicoli che transitano nel sottopasso e ulteriori eventi critici di maltempo potrebbero minare ulteriormente la staticità delle pareti.
Per questo Amt3 ha deciso di rendere pubblica la situazione con una foto che mostra come dovrebbe essere la parete dek sottopasso e come invece è stata trovata alla base: rovinata, sgretolata, con il cemento che non tiene più e la parte interna del muro che esce allo scoperto. Amt3 accompagna la foto con una spiegazione: “Sicurezza e durabilità. Assiomi imprescindibili per i lavori di Amt3 nella realizzazione dell’Opera Filovia.Sottopasso incluso”.
Una situazione critica però, viene da osservare, che sicuramente non è stata scoperta dai tecnici del cantiere il giorno prima della prevista riapertura, ma che doveva essere a conoscenza dei responsabili dei lavori giè da settimane, perché i sopralluoghi nella parte vecchia dei sottopassi sono stati per forza numerosi e continui. Perché allora, se questa situazione di criticità era emersa da tempo, l’Amministrazione ha continuato ad annunciare “l’imminente riapertura per Vinitaly”, confermando che “i lavori si svolgono secondo il cronoprogramma” e la “tabella di marcia è rispettata”? Se nell’ultimo sopralluogo di febbraio con assessori e presidenti ci fosse stata una presa d’atto della difficile situazione spiegando che la riapertura sarebbe slittata, non ci sarebbe stato forse lo scontro politico così forte con l’opposizione. Invece anche a metà febbraio i tnoi erano sempre ottimistici e trionfalistici. Ora tutto viene messo in dubbio, anche la riapertura a giugno: quanto ci vorrà in realtà per rimettere in sicurezza le pareti così logorate dal tempo e dalle piogge? E i veronesi temono che il cantiere del sottopasso diventi come quello di Ponte Nuovo per il quale la conclusione della messa in sicurezza non è ancora prevista dal Comune (in estate riaprirà una corsia, ma non esiste una previsione di quando riaprirà tutto il ponte). Fine lavori: mai.