Seconda Pasqua in lockdown. Ma le aspettative dei maestri artigiani alimentari quest’anno, sono migliori rispetto al 2020, quando una regola assurda li tenne chiusi a differenza di negozi e grande distribuzione ai quali fu invece concessa la commercializzazione dei prodotti. “Dall’interesse e dagli ordini che i nostri artigiani dell’alimentazione stanno registrando in questi giorni di avvicinamento alla Pasqua – afferma Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, riteniamo che stia tornando a farsi largo sulle tavole di Pasqua la qualità artigiana, anche per quanto riguarda i dolci della festa, a partire dalle leccornie come colombe, uova di cioccolato e prodotti del territorio come i salumi, i formaggi, la pasta fresca, solo per citare i più ricercati. Per questo, ogni giorno della settimana santa, promuoveremo a livello regionale l’acquisto dei prodotti tipici locali dei nostri oltre 1.150 artigiani dell’alimentazione e i loro circa 5.000 addetti, solo per la provincia di Verona. Da alcuni giorni abbiamo lanciato una campagna sui social media, che recita ‘Sosteniamo i prodotti tipici locali. Per asporto o a domicilio dal tuo laboratorio di fiducia’”.
“Protagonista indiscussa sarà la colomba – prosegue Cristiano Luigi Gaggion, pasticcere e Presidente Regionale Veneto della Federazione Alimentazione –. Un classico che conta poco più di cent’anni e che, è bene ricordare, dal 2005, in base al decreto ministeriale del 25 luglio, ha una sua specifica denominazione. ‘Colomba’ non si può applicare ai prodotti di altri Paesi europei. Inoltre, nel dicembre 2009, il Ministero dello Sviluppo Economico ha stabilito le indicazioni specifiche sugli ingredienti da riportare sull’etichettatura”.