“Ieri il governatore Luca Zaia non ci ha detto nulla sul fatto che la Commissione di verifica sul Citrobacter ha consegnato la sua relazione in Regione. Ci dispiace che ancora una volta si taccia sui fatti gravissimi che sono emersi. E cioè che non solo il batterio era annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della terapia intensiva neonatale, ma che il personale dava acqua di rubinetto ai neonati prematuri e fragili. Una cosa inaudita per un grande ospedale come quello di borgo Trento, dato che apprendiamo addirittura che i contagiati dal batterio sono stati in tutto 96. A maggior ragione ringraziamo le mamme che si sono fatte carico di denunciare l’accaduto, fermando questa catena devastante di contagio e permettendo di salvare i nuovi nati. Quanto emerge conferma come per due anni sia mancato non solo il rispetto delle basilari misure d’igiene, ma anche la trasparenza, perché sicuramente molti sapevano e hanno taciuto. Torniamo perciò a chiedere la sospensione del direttore generale Francesco Cobello e del primario Paolo Biban, il minimo che dobbiamo a quattro creature innocenti che sono morte e a tanti altri bambini che hanno riportato danni gravi a causa del batterio”.
Elisa La Paglia, consigliere comunale e candidata alle elezioni regionali per il Pd, insiste: “Apprendiamo anche, dagli organi di stampa e non da Zaia, che il batterio è arrivato lì dall’esterno “probabilmente a causa del mancato o parziale rispetto delle rigide misure d’igiene imposte al personale E che sarebbe stata utilizzata acqua del rubinetto e non sterile. Ora più che mai deve emergere la verità, purtroppo la grande assente da due anni”.
Annamaria Bigon: “La Regione non scarichi sul personale”
“Quasi due anni per scoprire le cause del batterio killer all’ospedale di Borgo Trento: perché dopo il primo caso non è stata fatta immediatamente una bonifica complessiva di tutti gli ambienti, intervenendo anche su aria e acqua? Vogliamo vedere la relazione tecnica, non possiamo accontentarci dei resoconti usciti sui giornali, dopo che l’avevamo già chiesta in Commissione: oggi abbiamo dovuto rinnovare l’invito. Ci sono stati comunque dei ritardi oggettivi della sanità veneta e la Regione sul tema ha una precisa responsabilità politica: non si provi a scaricare tutto sul personale”.
A ribadirlo, è la consigliera regionale veronese del Partito Democratico Anna Maria Bigon, candidata alle elezioni per Palazzo Ferro Fini del 20-21 settembre, dopo aver letto quanto emerso dalla relazione consegnata dalla Commissione ispettiva regionale: il citrobacter si sarebbe annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale per prendere l’acqua da dare ai neonati insieme al latte.
“Avevo presentato un’interrogazione lo scorso 3 agosto per conoscere gli esiti dell’attività ispettiva, rimasta inevasa. Perciò oggi, durante la seduta della commissione Sanità, ho ancora sollecitato l’assessore Lanzarin a fornirci una copia del documento: ha detto di inoltrare una richiesta formale al direttore generale Mantoan, cosa che ho fatto assieme al collega Pigozzo. Va fatta assoluta chiarezza e giustizia, perché ci sono quattro neonati morti: questo va ricordato sempre”.