“Era fuori, ve lo dico io”. Lo diceva convinto, Alberto Michelotti. “Ma no, Alberto, era dentro quella palla, te lo dico io…” gli ribatteva sempre Zigoni. Quella palla, era il gol dell’1-0 in un Verona-Juve passato alla storia per il gol annullato a Petrini, al 90’, su cross di Zigoni. Non c’era il Var, allora. “Macchè Var,o quarto uomo, non ne avevo bisogno, io…”, tuonava Michelotti. “Quella palla era fuori, per questo ho annullatoil gol. Sudditanza psicologica? Ma te vuoi scherzare” ribatteva. “Michelotti da Parma non sapeva cos’era la sudditanza psicologica”.
E ti raccontava di quando in un’Inter-Verona, finita 0-0, aveva fischiato un rigore all’Hellas, a 5 minuti dalla fine. “Se avessi avuto paura non l’avrei dato” ricordava con orgoglio. “E Mariolino Corso, mi si avvicinò dicendo: dopo questo rigore tu non arbitri più a San Siro…”. Allora Michelotti gli rispose, a muso duro: “Ah sì? Io non arbitrerò più a San Siro, ma tu vai a farti la doccia subito. Espulso. Poi Bui sbagliò il rigore, ma questo è un altro discorso”.
Alberto Michelotti se n’è andato nei giorni scorsi. Nella sua Parma, dove tutti gli volevano bene. Aveva 91 anni. E’ stato un grande arbitro, uno dei più bravi del calcio italiano. Duro, “anche cattivo, diceva, ma senza perdere mai l’umanità”.