Sondaggi e miraggi. Verso Verona 2022 S’infiamma la battaglia politica, dopo un sondaggio di cui viene data una lettura diversa, da destra e da sinistra. Verona Domani si schiera con Sboarina, sul quale però il centrodestra deve decidere.

Un altro po’ di benzina sul fuoco. Di questo passo, tra un po’, servirà l’intervento dei pompieri. La battaglia politica s’infiamma sui sondaggi. “L’abbiamo commissionato noi” ha detto Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai e di Verona Doani, formazione vicinissima a Sboarina. “Il sondaggio dice che la gente ha stima del Sindaco in carica e che, quindi, va riconfermato. Io faccio appello a tutto il centrodestra. Uniti si vince. E comunque, sia chiaro, noi siamo per Sboarina. Altrimenti, “liberi tutti”.
Sul sondaggio ecco però l’intervento deciso di Bertucco e del Pd. “I sondaggi sono cose serie e vanno presentati per intero come ha fatto Sinistra Italiana quando ha illustrato i risultati della indagine da essa commissionata. Quella di Verona Domani è invece una presentazione carente e furbesca” sottolinea il consigliere di Verona e Sinistra in Comune.
“Suona strano, inoltre, che oggi si spertichino in lodi a Sboarina quando fino a due anni fa tentavano di far mancare il numero legale in aula per essere sicuri che i loro “messaggi” arrivassero a destinazione”.
Anche il Pd dà un’altra lettura del sondaggio. “Il sondaggio Emg commissionato dal centrodestra suona come un epitaffio per Sboarina in quanto conferma l’enorme difficoltà del Sindaco uscente ad accreditarsi come un buon sindaco meritevole di ricandidatura. Sono state pubblicate 4 domande. Alla domanda “Indipendentemente da chi voteresti, chi pensi sarà il prossimo sindaco?” solo il 56% ha indicato Sboarina. A parte il fatto che non vengono indicati gli incerti che su un quesito simile sono almeno il 50% del campione, le risposte non sono indicative di reali intenzioni di voto (un dato utile che si sono ben guardati dal pubblicare) ma di una semplice previsione di vittoria. Che solo il 56% di chi ha espresso un parere (quindi massimo la metà degli intervistati) si sia pronunciato a favore del sindaco uscente è un dato bassissimo. Basti dire che 10 giorni fa la stessa domanda fatta su Gualtieri a Roma restituiva una previsione di vittoria dell’80%, ma nelle intenzioni di voto Gualtieri era indietro di 20 punti.
Anche Flavio Tosi ha analizzato il voto amministrativo: “Anche i ballottaggi confermano l’autentica chiave di lettura di queste Amministrative: se punti sul cavallo sbagliato, perdi. Vincono le persone scelte dai cittadini, per capacità e competenza, al di là dei simboli di partito. Vale nelle grandi città, come negli altri Comuni (la riprova anche nel Veronese)”.
Tosi continua: “Prendete Roma, caso di scuola: un partito elettoralmente in salute come Fratelli d’Italia, puntando sull’evanescente Michetti, non ha toccato palla al ballottaggio. E così ha reso vane le sue pur ottime percentuali al primo turno (la classica vittoria di Pirro)”.
“Il centrodestra, se vuole tornare a essere competitivo nelle città, deve presentare personalità radicate nel loro territorio e credibili – conclude Tosi – Solo così si vince e si rimedia anche all’altro grande dato di questa tornata elettorale: l’astensionismo. In gran parte riconducibile proprio all’elettorato di centrodestra, poco motivato dall’attuale offerta politica locale”.