Il Comune di Sommacampagna organizza, in collaborazione con la Cooperativa I Piosi, l’esposizione temporanea “Il prete dell’armata sepolta” che ripercorre l’impegno del parroco di Custoza, don Gaetano Pivatelli, nella promozione dell’Ossario, inaugurato nel giugno 1879. L’inaugurazione si terrà domenica 30 marzo alle ore 10.00 nelle sale espositive della Ex Casa del Custode dell’Ossario di Custoza. Don Gaetano Pivatelli, nato a Rosegaferro di Villafranca nel 1832 e ordinato sacerdote a Verona nel 1834, svolse il suo apostolato in diversi luoghi della bassa veronese, prima di essere nominato parroco a Custoza, agli inizi del 1872. Qui, don Pivatelli fu il primo a sollecitare la realizzazione del monumento funerario e con una mostra a lui dedicata, l’Ossario di Custoza apre l’attività culturale della stagione 2025. La figura di questo esponente di rilievo del basso clero, che vide diversi preti dell’epoca sposare la causa nazionale, è ripercorsa attraverso materiali di archivio, in gran parte poco noti, che raccontano e ricostruiscono la cultura devozionale e memoriale dell’età post-risorgimentale, tesa all’elaborazione di una religione della patria. In particolare, l’esposizione illustra la sua opera volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di individuare un luogo ove raccogliere i resti dei caduti delle battaglie di Custoza (1848 e 1866). Una volta realizzato il monumento funerario, Pivatelli si sarebbe dedicato alla sua gestione per conto della Provincia di Verona, divenuta nel frattempo proprietaria del bene. L’Assessore alla Cultura del Comune di Sommacampagna, Erika Venturelli, ricorda come «L’opera di don Pivatelli ha, non solo, contribuito a costruire la memoria pubblica dei fatti militari risorgimentali di quegli anni cruciali per il nostro territorio, ma l’ha conservata, permettendole di giungere sino a noi con il pathos di questo monumento funerario». Un ritratto del parroco, che si fregia delle decorazioni di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e dell’Ordine imperiale austriaco, conferitegli da Vittorio Emanuele II e da Francesco Giuseppe I, è conservato nella cappella dell’Ossario di Custoza. Altre fotografie, esposte nella mostra temporanea, lo ritraggono accanto al monumento eretto in ricordo di cinque caduti del 24 giugno 1866, in località Feniletto di Rosolotti a Sona, e sui gradini della Chiesa parrocchiale della frazione assieme al curato e a due giovanissimi parrocchiani. La mostra, curata da Carlo Saletti per la parte scientifica e da Roberto Solieri per il progetto grafico, sarà visitabile negli orari di apertura dell’Ossario di Custoza fino a dicembre 2025, con un biglietto unico d’ingresso al monumento e all’esposizione. I due curatori sottolineano come «La documentazione archivistica renda evidente il fondamentale ruolo avuto dal “povero prete di campagna”, come lui stesso di definiva, nella storia dell’Ossario. Con la mostra abbiamo inteso portare a conoscenza dei visitatori la grandezza di quest’uomo». Per realizzare la mostra, sono stati consultati i documenti della Parrocchia di Custoza, dell’Archivio storico Diocesano di Verona, dell’Archivio storico dei comuni di Sommacampagna e di Sona, dell’Archivio storico della Provincia di Verona e dell’Archivio di Stato di Verona.