Cogliere opportunità anche nelle situazioni più critiche. Questa la filosofia di Ippogrifo Produzioni, centro veronese composto da professionisti di cinema e teatro. Fondato nel 2002 dal regista, drammaturgo e sceneggiatore Alberto Rizzi, Ippogrifo ha costruito il suo successo sulla professionalità. A partire dall’altra anima centrale del gruppo, l’attrice Chiara Mascalzoni, e dall’organizzatrice e responsabile della comunicazione Barbara Baldo, affiancata da Pietro Mascalzoni Golia per la sezione logistica e della comunicazione. È proprio a Barbara che chiediamo di raccontarci lo spirito di Ippogrifo e il modo in cui sta affrontando l’impossibilità di organizzare eventi dal vivo.
Di cosa si occupa Ippogrifo?
Ippogrifo Produzioni conta numerose produzioni teatrali, mediante un progetto continuativo sulla tragedia greca che si interseca con la produzione di drammaturgia contemporanea. Tra tutte, “Sic transit gloria mundi”, spettacolo che ha calcato i palchi di tutta Italia, con enorme successo di pubblico e critica. Tra le produzioni cinematografiche invece, “Sleeping wonder”, un cortometraggio.
Quanto è importante dedicarsi all’arte anche in un periodo di emergenza sanitaria come questo?
Chi è un artista lo è e non lo fa, quindi non c’è un tempo in cui entra nel merito del suo mestiere e un tempo in cui smette di svolgerlo. Indipendentemente da quello che la circonda, se una persona rientra nella categoria, non ci sono condizioni esterne che possano modificarne la natura. Di conseguenza, non può fare altro che esprimersi. Anche in questa situazione particolare.
Quali sono state le difficoltà che avete riscontrato fino ad ora?
Dal punto di vista logistico, ci sono preoccupazioni per quello che potrà essere il futuro. Noi artisti siamo stati etichettati come i “primi a chiudere e gli ultimi ad aprire”. Tuttavia, le recenti pubblicazioni in merito ad una possibile riapertura degli eventi da giugno ci pongono in una prospettiva di maggiore serenità. Ciò non toglie che se le misure restrittive continueranno a lungo termine, l’impatto sul sistema teatrale sarà considerevole. Bisognerà trovare delle soluzioni differenti.
Avete proposto qualche iniziativa alternativa al vostro pubblico?
Abbiamo continuato la nostra produzione sul medio e lungo termine, immaginando progetti dall’autunno in poi. Inoltre, sono all’attivo progetti che mantengono viva la relazione tra artisti e pubblico. Nel periodo di quarantena, stiamo proponendo al pubblico una smart serie, “Memorie dalla quarantena”. Parlo di smart e non di web serie perché le sue caratteristiche si confanno maggiormente alla prima tipologia: la durata dei video, la registrazione e la visione su smartphone, e infine il caricamento sui profili social. Dati alla mano, fino al 9 maggio le visualizzazioni toccano le 300.000: una bellissima risposta di pubblico, coinvolto attivamente sui social e invitato ad esprimere pareri e suggerimenti per i prossimi episodi.
Quali sono i progetti di Ippogrifo nel futuro prossimo?
Stiamo lavorando con le organizzazioni per le prossime manifestazioni estive. Abbiamo stilato un protocollo, consultato i consulenti delle varie aree e appurato che quello che avevamo proposto già in precedenza coincide con le ultime disposizioni. Tra il buonsenso e le normative, sicuramente ci sarà la possibilità di rivedersi all’aperto. In particolare, i festival dedicati al cinema su tutta la provincia di Verona saranno quelli più salvaguardati, data l’assenza di artisti o attori dal vivo.
Si sente di dare consigli ai colleghi del settore, per sopravvivere alle difficoltà degli ultimi mesi?
Essendo un centro di produzione indipendente, siamo in crisi da sempre! Ippogrifo è abituato ad adattarsi al presente e a rispondere con immediatezza ai problemi che si trova davanti. Detto questo, non intendo che l’ottimismo possa risolvere la situazione. Bisogna anche tenere monitorati i cambiamenti, adeguarsi con professionalità.Credo che in Veneto vada una profonda considerazione ai professionisti del settore e spero che le risorse aiutino chi sta facendo spettacolo, teatro e musica
Beatrice Castioni