Un vino contemporaneo e moderno, con una stilistica ben definita e un asse centrale attorno al quale ruotano in maniera equipollente eleganza, equilibrio, intensità. Soave, dunque, come vino sinfonico per eccellenza dove, come nella musica, la melodia è il risultato perfetto ed armonico delle varie componenti orchestrali. Un vino che oggi ha tutte le carte in regola per intercettare il gusto del consumatore contemporaneo, italiano ed internazionale, che tende a prediligere vini bianchi sapidi, freschi e dal moderato contenuto alcolico. Questa l’istantanea che riprende le differenti interpretazioni del Soave, presentate da oltre 40 aziende nell’ambito di Appuntamento Soave, l’evento curato dal Consorzio di Tutela del Soave in collaborazione con la Strada del Vino Soave e andato in scena lunedì 9 settembre al Circolo Ufficiali di Verona su una delle terrazze più belle della città. L’ampia presenza di ristoratori, di operatori di settore, di stampa specializzata e a seguire di appassionati, ha testimoniato la bontà del format di una sola giornata, con attività suddivise per target così da assicurare ai partecipanti la possibilità di lavorare e di approfondire la conoscenza del Soave e della sua zona di produzione in base a competenza e formazione. Successo per il seminario formativo della mattina, “Il Soave, dalla freschezza alla longevità” curato da AIS, con una approfondita lezione sul Soave, tenuta dal sommelier Michele Manca, e fortemente voluto dal Consorzio del Soave, nella convinzione che aggiornamento e formazione siano essenziali per essere dei buoni conoscitori del vino Soave, in grado così di divulgare il patrimonio che sta dietro ogni singolo calice. «Siamo molto soddisfatti per l’esito di questa iniziativa – evidenzia Cristian Ridolfi, presidente del Consorzio del Soave – che riporta il Soave nel cuore storico di Verona e che ha visto una partecipazione ampia e trasversale, dai ristoratori ai sommelier fino al pubblico degli eno-appassionati. Oltre al buon esito di questo evento va registrato in aggiunta un altro elemento dalla forte valenza strategica: siamo di fronte ad una vera e propria iniezione di fiducia da parte della base sociale che, con ben 42 aziende presenti, di fatto promuove su tutta la linea le politiche di gestione della denominazione poste in essere dal Consorzio negli ultimi due anni e mezzo, alla luce degli attuali trend di mercato. Un tema questo che è stato ampiamente affrontato anche nel corso del talk show». Soave, dunque, come vino moderno e contemporaneo, in grado di rispondere agli attuali trend di mercato, grazie alla perfetta combinazione di terroir e vitigno. Al netto di opportunità produttive e di trend di mercato è fuori discussione che l’eccellenza va sempre perseguita e, soprattutto, mantenuta, come ha evidenziato Lorenzo Pasquini, Directeur d’Exploitation di Château d’Yquem, vino-icona a livello mondiale. La denominazione del Soave – 13 comuni dell’Est Veronese appartenenti alla doc, quasi 7000 ettari vitati – produce in media ogni anno 40 milioni di bottiglie. I mercati di riferimento sono principalmente Germania, Gran Bretagna e Nord Europa in genere, seguiti da Giappone e Stati Uniti e Canada. Crescente l’interesse da parte del mercato domestico.