Tregua parziale a caldo e siccità nel Soave: i temporali della scorsa settimana hanno mitigato le temperature e dato un attimo di respiro ai vigneti di garganega. È infatti da fine maggio che nella zona del Soave non si registrano precipitazioni piovose di rilievo e la pioggia della scorsa settimana ha finalmente interrotto questo trend che sta mettendo a dura prova gli impianti.
Parziali anche i danni causati dalla grandinata scesa nella serata di venerdì 8 luglio: sono stati colpiti, a macchia di leopardo, in tutto poco meno di 60 ettari, concentrati nella zona più ed est della denominazione.
A protezione di grappoli e vigne ha giocato a favore la forma di allevamento della pergola, tipica del Soave: la naturale tettoia di tralci e foglie che caratterizza la pergola funge infatti da “tetto naturale” e preserva le piante da danni più pesanti. Inoltre sempre grazie alla pergola nel vigneto si crea una sorta di “micro-serra-naturale” che mantiene un maggiore tasso di umidità, particolarmente prezioso in stagioni come quella in corso.
«Ci troviamo di fronte ad una stagione che resterà nella storia per quanto riguarda la scarsità delle precipitazioni idriche – evidenzia Sandro Gini, Presidente del Consorzio del Soave – e questo deve fungere da monito al mondo della produzione, non solo nel Soave: se vogliamo avere delle chance in termini produttivi, prima ancora che commerciali, dobbiamo imparare a convivere con questo tipo di criticità ma soprattutto dobbiamo agire per prevenirle. Quando si verificano, senza un piano adeguato per a loro gestione, è già troppo tardi. È necessario giocare di anticipo e attivarci in maniera collettiva».
Allo stato attuale il vigneto del Soave presenta uno sviluppo vegetativo buono e nella norma.
Le uve sono sane e non si registrano particolari criticità. La mancanza d’acqua pesa soprattutto nella zona collinare e indurrà una naturale riduzione delle produzioni con particolare riguardo per la garganega.
Il Consorzio Tutela Vini del Soave nasce nel 1970 e rappresenta al suo interno aziende vinicole, viticoltori, imbottigliatori e cooperative.
La denominazione – riconosciuta con Regio decreto nel 1931, tra le più antiche d’Italia – è costituita da circa 7000 ettari vitati e insiste su 13 comuni situati nell’Est Veronese. Attualmente sono una novantina le aziende associate al Consorzio che con una rappresentatività che sfiora il 90% si occupa di tutela, promozione, valorizzazione della denominazione e di vigilanza. Ogni anno vengono prodotti in media circa 50 milioni di bottiglie.