“Eh, non ditemi che i giocatori sono tutti uguali…” Genio Fascetti non ha dubbi. “Io dico che qualche volta, un allenatore deve essere bravo a chiudere un occhio e qualche volta anche due…”. Mandorlini non è del tutto d’accordo, “…perchè oggi il calcio è cambiato. Ieri, era così, certo”.
Fascetti racconta: “Mi ricordo Sivori, alla Juve. Io ero un ragazzo, eravamo in ritiro, il sabato sera. La cena è uguale per tutti, ma lui quella sera aveva voglia di pesce fritto. Lo ordina, il cameriere glielo porta. Pesce fritto il sabato sera, non proprio una cena da atleti”, ridacchia Fascetti. “L’allenatore era Gren, il professore svedese che era stato al Milan. Che fa Gren? Lascia fare, fa finta di non vedere e non sentire. Sivori mangia pesce fritto. Il giorno dopo, dopo mezzora la partita era già finita. Sivori aveva già fatto tre gol… Magari, glie avessero impedito di mangiare pesce fritto, non li avrebbe fatti… A volte, devi lasciar perdere, per me un allenatore in gamba si vede anche da lì…”.
Anche Mandorlini ha il suo esempio da raccontare. “Mi ricordo ai tempi del Toro. Paolino Pulici, a pranzo, prima della partita, il suo bicchiere di vino ce l’aveva sempre. E a fine pranzo, un bicchierino di china non glielo toglieva nessuno…”.
Paolino Pulici, una vita in granata, cannoniere straordinario. “Ha vinto tre volte la classifica dei cannonieri, gli togli il bicchiere di vino?”.
Per non parlare dei tedeschi dell’Inter (“Matthaeus, soprattutto”), oppure di Zenga. “Anche il Trap, chiudeva un occhio e qualche volta anche due”: Sì, Fascetti ha proprio ragione…