Ci sono almeno sei “grane”, che l’avvocato Niccolò Ghedini, plenipotenziario in Veneto di Silvio Berlusconi deve cercare di risolvere per costruire l’alleanza a quattro nel Centrodestra. Domenica vanno depositati i simboli del partito con l’indicazione della coalizione, ma la temperatura è ancora alta dopo l’aut-aut che Raffaele Fitto e il democristiano Lorenzo Cesa hanno lanciato dal Mezzogiorno. Per quanto riguarda il Veneto, come dicevamo, i casi controversi sono sei e tra loroi c’è naturalmente Flavio Tosi: epurato dalla Lega è socio fondatore di “Noi per l’Italia”, ma la Lega non lo vuole, nè all’uninomiunale, nè al proporzionale in quel di Verona. Dopo le tensioni dei giorni scorsi sembra però essere tornato il sereno tra il Centrodestra e la cosiddetta Quarta gamba. “Siamo vicini all’accordo risolvendo positivamente i nodi tra Udc-Noi con l’Italia e gli altri membri della coalizione del centrodestra. Siamo in dirittura d’arrivo”. Ad affermarlo in una nota congiunta il presidente Lorenzo Cesa e il capo della formazione politica Raffaele Fitto.S olo poche ore prima si erano registrate un po’ di tensioni, con Cesa che attaccava: “Vogliamo pari dignità a partire dalla formulazione del programma. Chiediamo pari dignità per rappresentare in Parlamento una squadra di democratici cristiani e difendere i nostri valori e il mondo che rappresentiamo”. “Se ci sarà dignità parteciperemo alla coalizione, se non ci sarà dignità faremo le nostre scelte”, aveva aggiunto Cesa che, a proposito di programmi, aveva lanciato una stoccata: “Da democristiano sono abituato a vedere la realtà del Paese. Non serve la politica degli annunci”. Anche il leghista Roberto Calderoli aveva gettato benzina sul fuoco: “La coalizione di centrodestra sarà a tre: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – aveva detto -. La quarta gamba di Noi con l’Italia si è rotta. Quando una gamba si rompe, bisogna ingessarla”.A scatenare i maldipancia, qualche giorno fa, lo ricordiamo, era stata la ripartizione dei collegi maggioritari tra le liste del centrodestra. Berlusconi ha lavorato all’accordo ed è riuscito a riconquistare l’anima cattolica annullando di fatto la possibilità di una corsa solitaria di Noi con l’Italia-Udc che avrebbe avuto soltanto l’effetto di diluire i voti di centrodestra.