Resta in carcere il trentatreenne serbo che, nella notte tra sabato e domenica, ha creato scompiglio all’interno dell’ospedale di Borgo Trento. L’uomo era stato trasportato al Pronto Soccorso dopo essere stato trovato privo di sensi e, una volta risvegliato, aveva dato in escandescenze distruggendo apparecchiature mediche e computer, infrangendo una vetrata ed aggredendo un medico, due infermieri e un altro operatore socio sanitario.
Quando gli agenti delle Volanti sono intervenuti, subito dopo la segnalazione giunta alla centrale operativa intorno alla mezzanotte, si sono trovati davanti agli operatori ospedalieri malmenati e al locale devastato dall’azione impetuosa dell’uomo che ha provocato circa 20.000 euro di danni.
Il giudice dopo la convalida dell’arresto, ha disposto nei confronti dell’uomo la misura cautelare della custodia in carcere.
Ma a denunciare l’emergenza in atto ci ha pensato Stefano Gottardi, segretario generale Uil Fpl Verona. «Ormai – ha detto – è indispensabile dotare i pronto soccorso di personale dedicato alla gestione e contenimento di individui in stato di alterazione, che si permettono di aggredire e danneggiare i nostri presidi sanitari. La sicurezza del personale e dei pazienti non può più essere messa a rischio».
Gottardi ha fatto presente però che “a un mese dall’ultimo grave episodio di violenza, nulla è cambiato, e le procedure di segnalazione interna all’azienda ospedaliera non hanno ricevuto l’attenzione dovuta. Il personale segnala la totale mancanza di supporto per le vittime di aggressioni, nonostante esista un servizio di psicologia clinica attivo. In molte occasioni, i professionisti sanitari si trovano soli e senza adeguato supporto. La situazione è particolarmente critica durante i fine settimana, quando episodi di violenza sono frequenti, non solo a Verona, ma in tutta Italia. Non possiamo restare indifferenti di fronte a questo fenomeno che mina ulteriormente la già fragile condizione dei nostri pronto soccorso, sempre più alle prese con una carenza di personale che non accetta più questa situazione insostenibile”.
Il sindacato ricorda che la campagna lanciata dal segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “Zero morti sul lavoro”, nasce per tutelare le lavoratrici e i lavoratori.
“Noi, con forza, rivendichiamo anche in questo caso una tutela concreta per il nostro personale sanitario. Non bastano più le parole – conclude Gottardi – servono fatti tangibili. Non possiamo permettere che una persona armata di oggetti contundenti possa scagliarli liberamente all’interno di un pronto soccorso, colpendo chiunque si trovi nel raggio d’azione. Un operatore sanitario è stato fortunatamente colpito alla spalla da uno degli oggetti lanciati con forza inaudita, con una prognosi di sette giorni. Ma cosa sarebbe successo se fosse stato colpito al volto o se non fosse riuscito a intervenire in tempo? E pensiamo alle tre infermiere in triage che si sono dovute barricarsi per sfuggire alla furia dell’aggressore.
Tra videosorveglianza e body cam. L’assessora Lanzarin pensa all’introduzione di braccialetti elettronici, ma anche alla formazione
Il direttore generale Aoui, Callisto Marco Bravi, e l’assessore regionale Manuela Lanzarin, sono andati al Pronto Soccorso di Borgo Trento per incontrare il personale sanitario, dopo l’episodio di aggressione avvenuto nella notte fra sabato e domenica.
L’incontro con il direttore sanitario Aoui, Matilde Carlucci, il direttore del Pronto Soccorso, dottor Ciro Paolillo, il medico dottor Alberto Rigatelli e l’infermiere Samuele Marinelli è stato l’occasione per portare la solidarietà a tutto il personale e per fare il punto sulle azioni già in essere e sulle misure aggiuntive per garantire ancora maggiore sicurezza a medici, infermieri e Oss.
Due infermieri e un Oss, lo ricordiamo, sono stati colpiti dalla reazione violenta di un paziente arrivato in ambulanza in stato non responsivo e pertanto in codice rosso. Il paziente viene sottoposto a monitoraggio, si sveglia e si barrica in una stanza dalla quale viene fatto uscire dalle pattuglie della Polizia che nel frattempo erano state chiamate. A questo punto, l’uomo viene sedato e le pattuglie si allontanano. Nonostante la sedazione confermata dal monitoraggio dei parametri vitali, dopo qualche tempo il paziente si sveglia di nuovo e aggredisce il personale, scagliandosi anche sugli arredi (computer, porte scorrevoli, monitor). Tornano le pattuglie e lo arrestano in flagranza di reato. I tre dipendenti del Pronto Soccorso adesso sono a casa con alcuni giorni di prognosi, ma soprattutto emotivamente molto scossi.
Sul tema della sicurezza dei dipendenti, l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona è allertata da tempo con varie azioni. C’è l’azione preventiva di protezione con l’installazione di videosorveglianza nei punti segnalati come sensibili (fra cui i Pronto Soccorso), ma anche con la formazione del personale. Già nel 2022 è stato fatto il corso regionale per formare ‘istruttori’ interni in grado di prevenire e gestire gli eventi, ma ci sono anche corsi di formazione in collaborazione con il Risk manager Aoui. E’ presente inoltre la vigilanza privata notturna.
Il direttore del Pronto Soccorso Ciro Paolillo ha ricordato che “sta partendo un corso di formazione aziendale specifico sul trattamento del paziente con disturbo comportamentale acuto, a cui abbiamo cominciato a lavorare dall’anno scorso. Riguarderà i sanitari di Pronto Soccorso e del Suem 118, ma anche psichiatri e Forze dell’Ordine. All’aumento dell’incidenza di questi fenomeni, si risponde più efficacemente con la formazione mirata e con la stretta e fitta collaborazione fra sanitari e Forze dell’Ordine”.
Il dg Bravi ha sottolineato come finora siano state adottate tutte le misure tutte le misure possibili a tutela di medici, infermieri e Oss. “Ma alzeremo – ha detto – ancora di più la guardia con la possibilità di corsi personali di difesa”.
L’assessora Lanzarin ha spiegato che sta pensando “all’applicazione dell’innovazione con l’introduzione di dispositivi come braccialetti elettronici, body cam e formazione continua del personale, ma anche al dialogo continuo con le Forze dell’Ordine e le Prefetture”.