E’ tornato a riunirsi, dopo la consueta pausa estiva, il Consiglio comunale. Ad aprire i lavori dell’aula, come di consueto in occasione della ripartenza, è stato eseguito in aula l’Inno nazionale da parte del Coro Stella Alpina. Successivamente, come annunciato, il questore Roberto Massucci, con il quale l’Amministrazione ha avviato un lavoro sinergico, è tornato in Consiglio comunale per dare un aggiornamento sull’attività realizzata. “Sono profondamente orgoglioso – ha ammesso il questore Roberto Massucci – di essere qui ancora una volta in Consiglio comunale, un’occasione di confronto e aggiornamento che avevamo auspicato tempo fa con il sindaco e l’assessora Zivelonghi con i quali mi pregio di condividere una collaborazione costante e quotidiana su tutti i temi. Ritenevamo quindi fosse necessario rendere conto all’aula della situazione generale della sicurezza di questa città e di questa provincia. Più o meno un anno fa mi sono presentato in questo Consiglio dando il mio cellulare e devo dire che non sono pentito della scelta, perché ero sicuro che nessuno ne avrebbe abusato e così è stato. E’ stato invece utile, perché ho avuto il privilegio e l’utilità di portare avanti dei confronti con molti singoli consiglieri su temi che riguardano le aspettative e l’istanze dei cittadini. E sul tema della sicurezza c’è una grande attenzione ed è un bene. Perché credo che dobbiamo sgomberare il campo da concetti che considero piuttosto astratti come quello della percezione della sicurezza o dell’insicurezza che dir si voglia, perché quello che i cittadini avvertono è un dato oggettivo, di cui semplicemente le istituzione debbono farsene carico. Non è utile fare dei confronti con i numeri, se non per prenderli come meri punti di riferimento, freddi momenti di fotografia di quella che è la realtà sul territorio. Un’analisi corretta deve necessariamente passare da un confronto con i cittadini, da una capacità di ascolto, dalla capacità di avere cortezza di quali sono le problematiche. Una capacità di ascolto sulla quale la Questura ha lavorato, lavora e lavorerà, aprendo diversi canali di ascolto in tutte le direzione rispetto ai quali fare delle analisi che poi debbono avere delle risposte. Le risposte che si hanno sul campo sono di due tipi: preventivo e repressivo. Quest’ultima che si collega, come evidenzio soprattutto ai giovani, con la paura delle conseguenze”. Massucci ha ricordato che “in questo anno nelle scuole veronesi ho avuto la possibilità di incontrare più di 10 mila ragazzi e ragazze. Abbiamo fatto un progetto strutturato che si è rivolto a 360° alla loro sensibilità sui temi della Legalità e della socialità evidenziando la paura delle conseguenze. Sul piano del contrasto abbiamo fatto diverse operazione nell’ambito della Polizia penitenziaria, che hanno messo le mani in vari settori e che hanno avuto il merito di evitare che la piccola criminalità sistematica divenisse organizzata e di livello superiore”. Per il questore bisogna mettere in campo iniziative di lavoro che non permettono di rimanere indifferenti. “ Sarebbe interessante – ha concluso – stendere dei profili delle persone arrestate per capire come sono arrivati a commettere più reati e se è possibile fare qualcosa. Non è un problema solo di Polizia. Il successo risiede nel recupero di anche sola una di queste persone. I dati dei reati commessi da minori sono in diminuzione, ma non ci interessa questo, perché comunque sono troppi. Bisogna mettere in campo iniziative che richiamano la responsabilità degli adulti a cui sono affidati questi minori”.