Sicurezza del territorio, gioco di squadra il presidente Trestini: “Avevamo proposto un programma dopo l’alluvione del 2010”

Le logiche emergenziali non pagano anzi, costano. Siamo ormai tutti consapevoli che è in atto un cambiamento climatico e i recenti eventi meteorologici in alcune zone della Provincia veronese hanno messo nuovamente in luce l’estrema fragilità del nostro territorio. Perciò il presidente di Ance Verona Carlo Trestini rilancia la proposta di costituire, quanto prima, un tavolo di lavoro condiviso per la messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture.
“Era il 2010 quando Ance Verona, a seguito dell’alluvione nell’est veronese, aveva proposto un patto per il territorio, un programma di medio-lungo periodo per la conservazione dell’ambiente e delle infrastrutture, condiviso tra tutti gli Enti preposti e le Aziende locali, con il quale calendarizzare le opere di sistemazione e mantenimento dando priorità alle situazioni più critiche, prevedendo contemporaneamente protocolli per il pronto intervento nel caso di eventi improvvisi.
Dopo dieci anni si prosegue con la politica dell’emergenza, si contano i danni e si richiede lo stato di calamità per coprire, almeno in parte, i costi per la messa in sicurezza e per le aziende e le famiglie colpite più duramente. L’osservazione sollevata da molti è che non ci sono i fondi necessari per far fronte a queste spese, soprattutto in un momento in cui l’economia intera e le casse dello Stato e degli Enti Locali sono alla disperata ricerca di quanto possa servire ad arginare i pesanti effetti del recente lockdown. Riteniamo che la mancanza di fondi sia superabile con una logica di lavoro di squadra, di rete e di filiera, coinvolgendo tutti gli attori a partire dagli Enti preposti (Comuni, Protezione Civile, ecc.), passando per le Associazioni Imprenditoriali e le imprese, fino ad arrivare agli Istituti di Ricerca come le Università. Esistono strumenti che possono essere sfruttati, ad esempio, per avere un grado elevato di conoscenza anche dell’intensità dei fenomeni atmosferici, dove si verificano maggiormente e con quale frequenza. Dati da utilizzare per avere un quadro preciso dello stato di fatto, sulla base del quale mettere a punto quel programma di manutenzione a cui accennavamo. Un programma che porterebbe enormi benefici sia dal punto di vista della sicurezza del territorio che dell’economia, con nuove occasioni di lavoro per le imprese”.