Sicurezza a Verona, forse qualcosa si muove. E si potrà forse finalmente sapere se arriveranno soluzioni concrete ai problemi di città e provincia mettendo fine al solito e stanco teatrino delle reciproche accuse politiche. Martedì 8 arriverà infatti in città il ministro dell’Interno Piantedosi, invitato da tempo dal sindaco Damiano Tommasi e sarà il primo incontro di alto livello istituzionale per il nuovo questore, Rosaria Amato che si è insediata ieri come riportato dalla Cronaca di Verona. Piantedosi risponde così all’appello presentato dal sindaco Tommasi, dal presidente della Provincia Flavio Pasini e da tutti i sindaci della Provincia per chiedere un potenziamento delle strutture necessarie al contrasto della criminalità e all’aumento della sicurezza. In particolare si chiede il distacco presso la Procura della Repubblica di Verona di un magistrato della Direzione Distrettuale Anti Mafia (D.D.A.) da Venezia e l’istituzione di una sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia. Ma non solo. Altra necessità che viene caldeggiata dalle forze di polizia e che è stata sottolineata nella sua relazione dal procuratore capo Raffaele Tito (vedi la Cronaca di ieri) è la creazione di almeno un commissariato di polizia in provincia. Oggi non ne esiste nemmeno uno. L’esempio a cui ispirarsi è la vicina città di Brescia che ha vari commissariati in provincia e una Direzione Distrettuale antimafia: perché Verona invece che ha flussi turistici enormi e ospita grandi eventi internazionali che assorbono l’impegno delle forze dell’ordine viene lasciata sguarnita e con un numero di magistrati al limite della sufficienza operativa? Come si possono affrontare delicate indagini che durano mesi per colpire la grande criminalità se le forze sono occupate alla prevenzione e all’organizzazione di manifestazioni e grandi eventi e a garantire la sicurezza dei turisti? Il ministro Piantedosi sarà in Prefettura con l’Amministrazione Comunale e tutte le Forze dell’ordine nell’ambito del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. Nell’incontro verrà approfondita proprio la richiesta di dotare il territorio veronese di quegli strumenti ritenuti necessari e fondamentali per combattere la mafia e la criminalità organizzata, una necessità avvertita ormai da anni e confermata dalle relazioni e dai dati della Direzione investigativa antimafia, e per la quale l’Amministrazione si è mossa fin da subito coinvolgendo tutti i Comuni della Provincia per un’azione corale e condivisa. Il risultato è stata appunto la lettera indirizzata ai ministri dell’Interno e della Giustizia e ai parlamentari veronesi per finalizzare la richiesta.
Nel mirino la criminalità da strada. Il questore Amato: “Non sono d’accordo nel chiamarla micro, non è di secondo livello”
Al comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza ci sarà per la prima volta il nuovo questore Rosaria Amato che già ha avuto modo di lavorare con il prefetto Martino a Napoli e che ha incontrato ieri. Rosaria Amato nelle sue prime dichiarazioni ha spiegato bene quale sarà la direttrice del suo impegno: “Mi trovo in perfetta sintonia con il collega questore Massucci”, quindi rigore, dialogo e cortesia “e sono convinta che la sicurezza sia un tema da affrontare in modo complesso perché siamo in una società complessa. Quindi ogni settore della società deve fare la sua parte in una città che richiama centinaia di migliaia di turisti ed è un importante polo finanziario: due condizioni che richiamano criminalità e reati”. Pertanto, riprendendo la relazione preoccupata del procuratore Tito, “le strutture che si occupano del contrasto alla criminalità devono essere adeguate” ha affermato il questore, “io comunque sono abituata a lavorare con le forze che ho al di là delle prospettive di aumento degli organici. Con un buon coordinamento e ottimizzando le forze evitando duplicazioni possiamo fare molto, costruendo magari anche servizi particolari ad hoc nei quartieri se emergono particolari criticità. Io infatti non ho priorità particolari perché le priorità sulla sicurezza le decidono la collettività e le istituzioni nel loro insieme. Pensiamo al tema del web e delle truffe informatiche o all’adescamento di minori, alle truffe agli anziani, al fenomeno delle bande giovanili che richiede dialogo e confronto per il recupero di questi ragazzi. E quando sento parlare di microcriminalità non sono d’accordo perché è un termine che potrebbe sminuire la gravità dei reati: io preferisco parlare di criminalità da strada che non è di secondo livello”. Così parlò Rosaria Amato, primo incarico sul campo al Nord: a Napoli gestiva il reparto delle Volanti, 600 agenti solo lì. Si dice sia molto brava nell’ordine pubblico. Buon lavoro.
MB