Sicurezza ad alta tensione. Verona città poco sicura? E’ scontro ad alta tensione Gli ultimi episodi di cronaca nera provocano le reazioni della politica. Scintille tra centrodestra e centrosinistra: Tommasi nel mirino. L’assessora Zivelonghi tira in ballo il Governo per la mancanza di risorse. E domani si insedia la nuova Questora

Sulla sicurezza a Verona è scontro ad alta tensione tra le forze politiche. L’ultimo grave episodio si è verificato all’Arsenale con due feriti di cui uno gravissimo dopo una rissa tra stranieri. Le indagini le sta svolgendo la questura, ma sempre in tema di sicurezza poche ore dopo l’aggressione all’Arsenale partiva l’appello del comandante della Polizia locale, Luigi Altamura per la carenza dell’organico: i vigili sono almeno venti in meno, ai pensionamenti (25) rispondono forse 5 nuovi arrivi. “Così non riusciremo a garantire i servizi per le Olimpiadi del 2026” ha avvisato Altamura. Dalla Regione arriva la rassicurazione del presidente Luca Zaia: per questo grande evento le città interessate avranno più poliziotti, più carabinieri, più agenti di polizia locale per far fronte alle migliaia di arrivi di atleti e appassionati. Sullo sfondo, la relazione del procuratore capo Raffaele Tito che per l’apertura dell’anno giudiziario ha messo in risalto le criticità di una città, Verona, che ospita eventi internazionali ma viene considerata, per quanto riguarda organici della magistratura e delle forze dell’ordine, come una qualunque città di provincia (poi vedremo in altra occasione cosa ha scritto in dettaglio il procuratore). A questo proposito, per completare lo scenario, il procuratore ha sollecitato che a Verona arrivino le sedi della Dia e della Dda per le indagini contro la grande criminalità e l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi ha rilanciato la necessità che il Governo e i parlamentari del centrodestra accelerino l’iter per dare a Verona lo status di città metropolitana. Uno status che consentirebbe di avere più risorse, ma che viene richiesto da Verona da oltre dieci anni, senza risultati. Anche perché nel Veneto già c’è la città metropolitana di Venezia e tranne la Sicilia, non c’è regione che ne abbia due. Un panorama difficile, spinoso, con criticità reali che rappresenta la miccia per far esplodere lo scontro politico tra centrodestra e centrosinistra. Nel mezzo, l’amministrazione Tommasi accusata di inerzia e passività. E i cittadini veronesi che spesso si lamentano per il degrado e la paura.

E’ anche una battaglia sui numeri. Bisinella: “Mai vista una cosa simile”. L’assessora Zivelonghi chiama in causa il Governo 

Patrizia Bisinella, capogruppo di Fare con Tosi in merito al fatto di sangue avvenuto ai giardini dell’Arsenale attacca Tommasi e maggioranza: “A Verona non si era mai vista nella storia una situazione così grave in termini di degrado, criminalità, rapine e aggressioni. Ogni settimana gang di delinquenti si contendono il territorio veronese a colpi di coltello e di pistola e nessun quartiere è esente da questa veloce ed evidente decadenza. Ma trovo inaccettabile che questa Amministrazione si trinceri dietro a scuse e statistiche nazionali, quando ciò che chiedono i cittadini è un intervento veloce per poter tornare a vivere i propri quartieri in serenità e pace. Purtroppo Verona sta emergendo sulla bocca di tutti come città senza regole e questo è attrattivo per malintenzionati e criminalità di ogni tipo. Siamo stufi di segnalare situazioni di degrado, chiediamo una volta per tutte incisività e pugno di ferro: la nostra Verona merita di più.” Replica a stretto giro di posta il Pd con i segretari cittadino e provinciale, Alessia Rotta e Franco Bonfante: “Il centrodestra veronese sembra aver già dimenticato la lezione del questore Massucci secondo il quale la sicurezza non è uno slogan ma un sistema di pratiche con una propria organizzazione, che fa capo al coordinamento provinciale rappresentato dal Prefetto, cioè al rappresentante dello Stato sul territorio, il quale riunisce il comitato per l’ordine e la sicurezza, che conta Carabinieri, Polizia di Stato e tutte le forze dell’ordine. Tale sistema richiede la collaborazione di tutti. E noi aggiungiamo che in questi anni, se è venuto meno un tassello, è proprio quello dei parlamentari o consiglieri regionali oggi protagonisti delle lamentele”. Una evidente critica ai parlamentari del centrodestra che non si starebbero impegnando abbastanza per Verona, riprendendo appunto il tema della Città metropolitana sollecitato dalla assessora Zivelonghi. “La richiesta di disporre di più uomini e mezzi è venuta, non da ultimo, dal Procuratore Tito -proseguono Rotta e Bonfante – il quale ha ricordato come Verona sia città di eventi a carattere nazionale ed europeo: solo negli ultimi mesi la città ha visto una visita del Papa, due G7 e 800 mila persone tra lirica ed extra lirica. Il tutto gestito con meno personale di polizia municipale rispetto alla città di Catania o altre città siciliane che pure, tra il silenzio dei nostri parlamentari, con un articolo del decreto sicurezza hanno beneficiato della possibilità di assumere altri agenti di polizia municipale, privilegio negato a Verona”. Ecco quindi la necessità di un salto di qualità: “Perciò abbiamo chiesto di essere città metropolitana: ma che fine ha fatto la pseudo proposta di legge presentata dal deputato Ciro Maschio? Perché da presidente della Commissione Giustizia Maschio, pur avendone facoltà, non l’ha calendarizzata? Abbiamo eccome a cuore la sicurezza, e abbiamo collaborato come amministrazione con le forze dell’ordine sia nel blitz di Porta Nuova sia in quello di Veronetta, marcando in questo una discontinuità rispetto al passato dove la sicurezza era ridotta a proclami e interventi a spot. Chiediamo però la collaborazione di tutti, compreso il ministro Piantedosi che su nostra richiesta ha detto che verrà in città nei prossimi mesi. Chi non fa nulla?”.

Mancano le risorse? Solo lamentele. Sboarina: “La maggioranza ha un atteggiamento buonista nei confronti di chi delinque” 

Ma a rincarare le critiche arriva il consigliere regionale e segretario cittadino di Forza Italia Alberto Bozza: “Ancora fatti violenti all’Arsenale. Ancora un’enorme falla sulla sicurezza in una città male amministrata dal centrosinistra, troppo morbido nel contrasto alla criminalità urbana. I cittadini hanno paura, raccogliamo testimonianze quotidiane, le forze dell’ordine e gli agenti di Polizia Locale sono esasperati, vanno in trincea ogni giorno e ogni notte. Li ringrazio perché, nonostante l’estremo carico di lavoro con poche forze a disposizione, sono encomiabili, vedi il recente blitz a Veronetta. Da tempo chiediamo invano la convocazione di un tavolo di confronto maggioranza-opposizioni per un grande piano sicurezza. Abbiamo le nostre proposte”. E Bozza chiama in causa direttamente sindaco e maggioranza: “Per il centrosinistra le politiche di sicurezza si riducono al controllo di vicinato, che può essere certamente un aiuto, un plus, ma chiaramente non è la soluzione. Il fatto è che la Zivelonghi scarica sui cittadini gli oneri in carico al suo assessorato e al Sindaco Tommasi. Troppo facile. E così la situazione da tempo è degenerata. Per ultimo, questa mattina, l’affondo dell’ex sindaco Federico Sboarina per il quale Verona non è più una citta sicura e ha messo a confronto i dati degli ultimi anni “perché Verona è sempre stata città internazionale ricca di eventi e di flussi turistici, ma con questa amministrazione siamo diventati tra le città meno sicure d’Italia, peggiorando di 20 posti nelle classifiche”. Motivo? “Se non investi nella sicurezza i risultati sono questi. Noi nel 2019 avevamo a disposizione 120 assunzioni: 65 le abbiamo destinate alla Polizia locale sapendo che andavamo magari a penalizzare qualche ufficio come l’Edilizia privata. ma governare una città è una questione di priorità. E la sicurezza non è la priorità di questa Giunta, l’assessore Zivelonghi è l’assessora alle lamentele, no alla sicurezza”. Lamentele che portano “al ritornello della mancanza di risorse. E’ vero che servono più risorse ma bisogna fare con quello che si ha altrimenti diventa un alibi che diffonde sfiducia e rassegnazione tra i veronesi e attira la delinquenza perché sa che a Verona non ti succede nulla”. E veniamo ai confronti: “Tra il 2019 e il 2023 il flussi turistici sono aumentati solo del 3,7%, vale a dire 60 mila persone spalmate su 365 giorni, quasi non te ne accorgi. Vinitaly nel 2019 registrò 125 mila presenze, nel 2023 93mila; Fieracavalli da 168mila presenze nel 2019 a 140mila nel 2023. Manifestazioni come Tocatì e Mercatini di Natale e Carnevale ci sono sempre state gestendo centinaia di migliaia di presenze ed erano anche più affollate di oggi. C’è stato un G7 in più ma un Giro d’Italia in meno; i grandi eventi ci sono sempre stati e Verona era città internazionale anche nel 2019, le presenze in Arena erano state 800 mila anche nel 2019 come adesso però in cinque anni siamo saliti dal 41° al 22° posto nella classifica delle città meno sicure”. Motivo? “L’atteggiamento buonista e tollerante di questa amministrazione verso chi delinque”, afferma Sboarina. E il segretario cittadino di Fratelli d’Italia, Luca Mascanzoni sottolinea: “Non si può ridurre tutto al fatto che dobbiamo essere città metropolitana, lo si dice da anni. Il punto è che come amministrazione devi avere delle priorità e la sicurezza non è tra queste per la Giunta Tommasi. L’indicazione politica che viene data alla Polizia locale non è quella di concentrarsi sulla sicurezza ma di occuparsi della sorveglianza dei cantieri e dei controlli degli esercizi pubblici”. Sboarina ha poi ricordato che “durante il mio mandato ho emesso delle ordinanze per la sicurezza in città e in particolare per il centro: devi metterci la faccia. Tommasi non ha fatto nulla di tutto questo. La sicurezza è il primo problema per i veronesi ma non per il sindaco Tommasi”. MB