Il direttore Peroni: “In Italia consumiamo 220 litri pro capite al giorno, la media europea è 110 litri. Serve un uso più attento”
Volete una indicazione per capire che cosa significa siccità a Verona? Nel 2022, secondo le rilevazioni di Acque Veronesi che si occupa della gestione dell’acqua per consumo umano (quella potabile insomma e non agricola) la falda di Montorio rispetto al quadriennio 2018-2021 si è abbassata di nove metri. Tanti? Pochi? “Sicuramente preocupanti”, risponde Silvio Peroni, direttore di Acque Veronesi che monitora ogni giorno lo stato di salute di sorgenti, falde, vasconi, rete idrica. L’ordinanza firmata dal governatore del Veneto Luca Zaia che invita i sindaci ad avviare campagne di sensibilizzazione per non sprecare l’acqua, è orientativa ma comunque significativa per incidere su usi e costumi dei cittadini. “E’ fondamentale che i veronesi e gli italiani tutti abbaino nei confronti dell’acqua un comportamento più attento e consapevole”, afferma Peroni. Volete un altro dato per capire quanto siamo spreconi ogni volta che apriamo il rubinetto di casa? “A livello nazionale in Italia cnsumiamo a persona 220 litri di acqua; in Europa la media è di soli 110 litri al giorno. Siamo il fanalino di coda della Ue. Un utilizzo più responsabile della risorsa idrica farebbe solo bene”. La penuria di acqua è clamorosa: sia perché ci stiamo trascinando una crisi idrica nata già anni fa per cui ogni anno è sempre peggio, sia perché c’è un deficit enorme, almeno nel Nord Italia, di precipitazioni soprattutto nevose. La neve è il vero serbatoio di acqua per la stagione più calda. E già ora, a marzo, non ce n’è quasi più. “Come Acque Veronesi ci occupiamo di gesire l’acqua per consumo umano che rappresenta il 15% della risorse idrica complessiva; vuol dire che l’85% viene utilizzato per scopi irrigui e agricoltura e industria. Siamo preoccupati, ovviamente, per il trend di questa situazione di siccitàù che non sembra volersi modificare, ma siamo pronti per gestire eventuali emergenze”. La fascia geografica che preoccupa di più è quella montana dove è stato necessario ricorrere alle autobotti per integrare la portata insufficiente degli acquedotti. “In Lessinia pozzi e sorgenti risentono immediatamente delle condizioni meteo, si asciugano immediatamente in caso di siccità. Più si scende verso la pianura, più questo fenomeno si attenua perché ci sono le falde storiche. La fascia pedemontana resiste, la pianura tiene. Nella fascia pedemontana ricade la falda di Montorio che come dicevo è scesa di nove metri. Finora le nostre pompe sono al di sotto del livello e quindi pescano bene; è capitato che il livello della falda scendesse oltre il livello delle pompe, ma in quel caso possiamo abbassarci anche noi e far fronte all’emergenza”. I residenti della montagna comunque dovranno rassegnarsi ancora alle autobotti: “In alcuni cais le abbiamo mantenute, l’anno scorso abbiamo speso 300 mila euro per questo servizio; l’intensificazione non è ancora partita ma penso che sarà necessaria a breve”. Siccità o meno, quando arriva il caldo i consumi cresceranno e allora cosa succederà? “E’ importante evitare sprechi. Da parte nostra cerchiamo di contenere le eprdite, che oggi sono del 36%, inferiori alla media nazionale che è del 44%. Teniamo conto che per metà si tratta di perdite della rete idrica, l’altra metà sono metri cubi di acqua che viene considerata dispersa solo eprché non è contabilizzata da un contatore, quindi in realtà è una perdita solo amministrativa”. Problemi in città “comunque al momento non ne prevediamo, se non quelli di tutti gli anni”. E occhio ai rubinetti.
Ecco l’ordinanza di Zaia “Non sprecate l’acqua”. I sindaci dovranno promuovere campagne di informazione e comportamenti corretti. La rete irrigua è un vecchio colabrodo
E’ in vigore dalla notte scorsa in Veneto un’ordinanza regionale che invita i cittadini ad evitare gli sprechi d’acqua, a causa del proseguire della siccità, e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. L’ha firmata iil presidente della Regione, Luca Zaia e prevede, tra le altre misure, una vasta campagna informativa verso i cittadini, affidata anche ai sindaci, e la predisposizione da parte dei concessionari di piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile, come l’interconnessione delle reti, l’approvvigionamento con autobotti, interventi di riduzione delle perdite. “Siamo ancora a un livello di allerta che non richiede di imporre razionamenti, punto al quale speriamo di non arrivare – ha detto Zaia – Tramite l’ordinanza intendo sensibilizzare con un atto formale i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo, intervenendo, fra le altre misure, nell’irrigazione dei giardini, chiudendo i pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico”. Quanto all’agricoltura, “purtroppo sappiamo – ha spiegato il governatore – che a causa di una rete datata, per l’irrigazione arriva dal 40 al 60% dell’acqua disponibile all’origine. Non a caso ho già detto in più occasioni che occorre un vero Piano Marshall per la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche, piano al quale, per quanto di competenza del Veneto, siamo già al lavoro”. Si parla anche, ma per ora sono solo ipotesi, di recuperare dalle coste del Veneto l’acqua del mare con un processo di desalinizzazione come da anni si fa in Israele che ha costruito cinque grandi impianti che garantiscono il 70% dell’acqua potabile del Paese. Intanto l’ordinanza di Zaia estende per altri 12 mesi l’emergenza idrica come da delibera del Consiglio dei Ministri. Verranno incaricati i sindaci dei Comuni del Veneto, sentite le aziende di gestione del Servizio Idrico Integrato, ad attivare con urgenza campagne di informazione per raccomandare l’uso accorto della risorsa idrica rivolte alla cittadinanza per limitarne gli utilizzi agli usi potabili e domestici, promuovendo una serie di buone pratiche e comportamenti da adottare per evitare lo spreco dell’acqua, quali, a titolo esemplificativo: usare gli elettrodomestici a pieno carico; fare la doccia al posto del bagno; chiudere il rubinetto nell’azione di lavarsi i denti; utilizzare l’acqua di lavaggio degli alimenti freschi per annaffiare le piante, e altre iniziative di contenimento dell’acqua. Dovranno essere adottate misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari stabilendo prioritariamente che i pozzi a salienza naturale destinati all’utilizzo ornamentale senza specifico impiego (fontane a getto continuo) debbano restare chiusi. Partirà una sensibilizzazione degli operatori agricoli per il rischio di aggravamento dei problemi di carenza idrica nei periodi di più intensa attività irrigua, nel caso in cui, a fronte del graduale esaurirsi delle risorse accumulate nei serbatoi dell’area montana, non si verificassero significative precipitazioni meteoriche.
Regioni e siccità, Nord all’asciutto
Adige, barriera contro il cuneo salino. La senatrice Floridia (Verdi): “E’ solo uno spot, dopo 13 anni nulla di concreto da Zaia”
L’ordinanza del presidente Zaia prevede poi altre azioni specifiche che riguardano anche l’Adige e l’imminente stagione irrigua. Per esempio, si prevede di promuovere, nella prospettiva dell’inizio della stagione irrigua (dal 15 marzo in Veneto) l’utilizzo del “consiglio irriguo”, funzionale a razionalizzare l’uso delle risorse idriche superficiali e sotterranee. Viene previsto poi di predisporre, ove non già disponibili, i piani di emergenza per l’approvigionamento potabile (interconnessione reti, approvigionamento mediante autobotti, interventi riduzione perdite). E’ data disposizione inoltre di verificare la possibilità di orientare la gestione degli invasi promuovendo l’accumulo. Per quanto riguarda i fiumi, si prevede di programmare, da parte del Consorzio Delta del Po, l’attività di predisposizione della barriera alla risalita del cuneo salino sul fiume Adige (parte mobile) in previsione dell’inizio della campagna irrigua a metà marzo. Viene introdotto l’obbligo di periodiche analisi qualitative della risorsa idrica emunta dai pozzi domestici, allo scopo di verificare che, anche a fronte dell’attuale condizione di carenza idrica, siano garantiti i requisiti di potabilità connessi al consumo umano. Un’ordinanza che nella sostanza è un richiamo ai cittadini per un uso rispettoso della risorsa idrica e che è contestata dagli ambientalisti perché troppo generica e non strutturale. Afferma infatti la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia: “Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia scopre solo ora la siccità e che in Veneto uno dei maggiori problemi è costituito dalla dispersione di acqua. Eppure, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, già nel 2020 in Veneto si sono registrate perdite d’acqua superiori alla media nazionale”. Alla luce di quetsi dati già noti sulla dispersione dell’acqua, secondo la senatrice veronese “E’ allarmante varare solo oggi un’ordinanza regionale spot e di mera propaganda che invita i cittadini ad evitare gli sprechi e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Da tempo la siccità in regione sta danneggiando coltivazioni, allevamenti ed ecosistemi con ingenti danni economici e ambientali. Anche quest’anno Zaia non sta facendo nulla di concreto”, prosegue Aurora Floridia, “tranne invocare solamente un Piano Marshall per la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche. Zaia dimentica che governa la Regione Veneto da ben 13 anni. Per risolvere il problema serve un approccio strutturale e non solo emergenziale. Zaia agisca per contrastare il cambiamento climatico che sta all’origine di questa siccità”.