Fiumi in secca, campi arsi dal sole e colture assetate. È la panoramica desolante di un Veneto che da mesi vive una drammatica siccità, con piogge scarse o assenti dall’inverno che hanno portato a un abbassamento delle falde idriche ai minimi storici e a una vera e propria emergenza idrica. Le temperature oltre la media stagionale di questi giorni e l’assenza di precipitazioni stanno mettendo a dura prova l’agricoltura in tutte le province. Confagricoltura Veneto, diretta da Luigi Bassani, aveva già lanciato l’allarme in aprile, chiedendo alla Regione lo stato di calamità per le gelate e l’emergenza idrica. Iuant’altro permetta alla nostra agricoltura di sopravvivere nei periodi di siccità”. A Verona attualmente l’irrigazione in gran parte del territorio è garantita dall’Adige, nonostante il livello idrometrico sia sotto di 4,50 metri. Il timore, se la siccità perdurerà, è che si arrivi a un forte razionamento idrico. Nel Basso veronese preoccupa, invece, la carenza di acqua in fossi e canali. Le scarse piogge hanno bagnato lo strato superficiale del terreno e non ha riempito i pozzi, che sono due metri sotto il livello normale. Date le temperature, si chiede ai cittadini di prestare particolare attenzione per il rischio di infiammabilità delle sterpaglie dovuto all’arsura: non gettare i mozziconi accesi e prestare attenzione all’uso dei macchinari. L’altro ieri, infatti, 10 ettari di frumento sono andati in fumo alle Caselle e, nel Basso, un’imballatrice e un trattore hanno preso fuoco.