Umberto Gastaldi è un chirurgo di fama internazionale che dirige un’equipe di colleghi a lui fedelissimi: Corrado (l’assistente), Lucia (la strumentista) e Amedeo (l’anestesista) condividono con Umberto non solo un mestiere, ma anche la comune incapacità di relazionarsi col mondo esterno, oltre a una smodata e ossessiva passione per gli scherzi. I quattro dedicano infatti intere giornate a individuare le vittime del gruppo e ad architettare complessi piani per farsi beffe gli uni degli altri, con conseguenti grasse risate ad accompagnare la riuscita o meno del piano malefico. Quando però si scopre che uno di loro è affetto – a sua insaputa – da una malattia terminale i toni cambiano, e la voglia di farsi gioco degli altri si trasforma in una missione di supporto per l’amico in difficoltà.
Uscito nelle sale con oltre un anno di ritardo a causa della pandemia da Covid-19 e ora visionabile on demand su Sky Cinema, l’ultimo film del maestro della commedia Carlo Verdone è uno degli omaggi più affezionati al tradizionalissimo filone della commedia italiana: da Mario Monicelli a Pietro Germi, passando per Dino Risi e Antonio Pietrangeli, Si vive una volta sola racconta uno spaccato di umanità contemporanea che si crogiola nel proprio microcosmo mentre al di fuori di esso conduce una vita schizofrenica, in preda a disordini relazionali ed esistenziali irrisolvibili. Fuori dal gruppo di colleghi burloni, nulla infatti sembra funzionare: dal rapporto sentimentale di Lucia con un radical chic traditore seriale alla dinamica famigliare di un padre e una figlia incapaci di comprendersi e venirsi incontro, tutto ciò che appartiene alla sfera extra-lavorativa sembra pronto ad esplodere, segno anche di un tempo dove le uniche relazioni che l’uomo contemporaneo sembra riuscire a coltivare sono quelle tra colleghi.
La contrapposizione tra queste due realtà è ironica e divertenti sono le situazioni comiche create attorno al cast di attori, incredibilmente bravi e affiatati persino nelle scene meno riuscite; di scene disastrose, ahinoi, ce ne sono però parecchie, tutte accomunate da un’inaspettata banalità della struttura narrativa e da una serie di volgarità nel linguaggio che mal si addicono a un professionista della commedia come Carlo Verdone. Il volto e la versatilità dell’attore e regista romano dominano la scena e si accompagnano a una buona caratterizzazione del personaggio, così come ben definiti e ben interpretati sono i co-protagonisti, impersonati dall’ormai consueto Max Tortora, dalla brava Anna Foglietta e da Rocco Papaleo, che qui ci offre forse una delle interpretazioni più spensierate e liberatorie della sua carriera. Al netto di colpi di scena prevedibilissimi e di una certa povertà creativa nell’ideazione della trama generale, Si vive una volta sola scorre bene per tutti i 105 minuti di durata, lasciando però buona parte degli spettatori e, in particolare, i fan di Verdone con una certa delusione di aspettative per quella raffinatezza filmica tipica dell’autore che qui pare mancare.
Voto: 6
Maria Letizia Cilea