“Le scuole superiori potrebbero riaprire alle lezioni in presenza il primo febbraio, però non dovranno esserci rischi. In caso contrario si valuterà lo scenario epidemiologico”. Lo ha detto il governatore Luca Zaia. “Gli studenti hanno ragione se protestano, e non è certo loro colpa de le scuole sono chiuse”, ha continuato il presidente del Veneto. “Ho sempre detto che ritenevo una sconfitta dover chiudere. Ma qui, con i rischi di una comunità come quella scolastica, siamo davanti a un tema di sanità pubblica, non è una argomento per zotici localisti. Come mai, se il problema non c’è”, ha proseguito Zaia, “anche il governo dice che si potrebbe riaprire ma solo al 50%? Non accetto che ci dicano che non apriamo le scuole perché non siamo pronti coi trasporti. Non è per questo: noi con i trasporti ci siamo”. In Veneto è stata confermata la zona arancione. “Nonostante un Rt sotto 1 ci hanno attribuito questa classificazione per l’alto tasso di ospedalizzazione, che però ci vede al sesto posto in Italia”. Per il quindicesimo giorno di fila, però, in Veneto il contagio sta scendendo. Nei reparti non critici sono ricoverati 2.809 pazienti (-60) e 349 (-2) nelle terapie intensive. “Siamo circondati – ha avvertito il governatore – da regioni in cui stanno crescendo. Abbiamo pagato un duro scotto quando gli altri non avevano questa onda d’urto. Ci sono state regioni con restrizioni più dure, però oggi vediamo che nonostante questo c’è una ripresa di contagi e ospedalizzazioni”. Alla conferenza stampa era presente anche il professor Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia nazionale del farmaco, il quale ha dato subito un’importantissima novità: “Non ho la sfera di cristallo ma penso che Ema (Agenzia europea per i medicinali, ndr) darà l’approvazione al vaccino AstraZeneca. Il 29 gennaio o forse anche qualche giorno prima”. Significherebbe un’ulteriore accelerazione alla vaccinazione, che in Veneto procede già spedita. Entro fine primavera la regione punta ad aver immunizzato almeno tutte le categorie maggiormente a rischio. L’intera vaccinazione potrebbe terminare a settembre, anche se Palù ha sottolineato: “Con questo ritmo credo potremmo arrivare a 150 mila vaccinazioni al giorno ma si può crescere di più coinvolgendo farmacisti, medici di medicina generale e specializzandi. Il problema è la fornitura, Astra Zeneca è l’unico vaccino che può arrivare velocemente e risolvere il problema, il resto è un tema organizzativo e penso che siamo in grado di organizzarci. Il Veneto è messo meglio di altre regioni. Basandoci sugli studi di sieroprevalenza effettuati in Cina, Stati Uniti e Islanda”, è andato avanti il presidente dell’Aifa, “si può calcolare che la letalità del Covid-19 oscilli tra lo 0,25% e lo 0,50%”. Palù si è detto anche contrario a un nuovo lockdown: “Non possiamo permettercelo”. Infine un’ulteriore novità molto importante: “Ieri il cda di Aifa ha approvato l’uso di monoclonali, che ha avuto poi l’ok del ministero, per cui anche in Italia partirà un progetto di ricerca per la cura a casa dei pazienti colpiti dal Covid”.