Sono stati identificati e rintracciati i genitori del neonato di quattro mesi abbandonato all’angolo di una strada a Verona, nel quartiere Golosine, mercoledì sera. Si tratta di una coppia originaria della Romania, 30 anni il padre, 34 anni la madre, in Italia da più di un anno. I due vivono una precaria situazione economica, la pesante indigenza e lo sconforto li avrebbe probabilmente indotti a prendere la decisione di abbandonare il bambino.
Il bimbo, primo figlio della coppia, è nato lo scorso luglio. Inizialmente i genitori avevano ricevuto aiuto da una conoscente. I due sono stati individuati grazie alla segnalazione di una connazionale che li ospitava.
A trovare il piccolo e ad allertare gli operatori del Suem 118 erano stati due agenti della polizia che pattugliavano la zona. Il piccolo era stato poi trasportato in ospedale, dove si trova tuttora. Le sue condizioni di salute sono buone.
FIOCCANO LE RICHIESTE DI ADOZIONE. Intanto, sono molte le richieste di adozione che stanno pervenendo per il neonato, al quale è stato dato il nome di Zeno, patrono della città. “Sono importanti le buone notizie sulla salute del bambino ma è altrettanto commovente il grande cuore dei veronesi che, come tutti noi, scossi da questo episodio ci stanno scrivendo e telefonando disposti ad accogliere il piccolo”.
Lo ha detto l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Verona, Daniela Maellare.
“Questo episodio – ha aggiunto l’assessore – è abbastanza particolare perché non è frequente l’abbandono di un bimbo così grande. E’ vero che il piccolo ha solo quattro mesi, ma in genere l’abbandono avviene nei primi giorni di vita per motivi diversi ma quasi sempre legati a situazioni di forte disagio della madre”.
“Noi siamo pronti ad accogliere il piccolo qualora il Tribunale decida in tal senso – aveva detto ieri l’assessore -. Il bimbo sarebbe affidato alle cure di una comunità di tipo familiare, una struttura gestita da noi e dedicata in modo specifico all’accoglienza di bambini piccoli”.
L’assessore Maellare aveva poi osservato: “Non spetta a noi giudicare, noi vogliamo solo aiutare. Sono molte le possibilità attive per le donne che possono trovarsi in situazioni tanto difficili da arrivare a compire gesti così drammatici”.
CHE COSA PUO’ ACCADERE. Adesso è l’Autorità giudiziaria titolare della decisione, fra le opzioni l’affidamento ai Servizi sociali del Comune oppure l’avvio del percorso di adozione. Nel primo caso, il Comune inserirà il neonato in una comunità di tipo familiare, dove vengono accolti bambini con meno di otto anni in piccolissimi gruppi.
Nei casi di grave ed emergenziale difficoltà di gestione di un minore, sono molti i servizi comunali a cui le mamme possono rivolgersi con la garanzia del totale anonimato. Infatti, come pubblica autorità in tema di minori in difficoltà (ai sensi dell’art 403 del Codice civile), il Comune prende in carico il bambino e provvede alla sua protezione. Nel caso invece di temporanee criticità genitoriali ci sono varie soluzionei: l’attivazione di un progetto di affido a tempo pieno temporaneo, in attesa che il genitore riacquisti le capacità di accudire il proprio figlio; l’inserimento in una struttura mamma-bambino gestita direttamente dal Comune; l’assistena dei Servizi dislocati nei quattro Centri sul territorio dove trovare ascolto e il supporto di operatori dedicati (principalmente assistenti sociali che si avvalgono di psicologi ed educatori) per superare tali difficoltà. Tra questi il percorso di aiuto ‘Una famiglia per una famiglia’, che prevede l’affiancamento di un nucleo familiare a chi è in difficoltà.