Si è svolto oggi l’annuale Giornata del Ringraziamento, giunta alla 66ma edizione nel Duomo di Verona. E’ un momento di condivisione e di riflessione che coinvolge i vertici di Coldiretti Verona, numerose autorità e centinaia di imprenditori agricoli. La giornata è cominciata alle 10.45 con l’arrivo dei mezzi agricoli che si sono radunati davanti alla Cattedrale per essere benedetti a celebrazione conclusa. Il rito è iniziato con il passaggio attraverso la Porta Santa secondo i dettami del Giubileo della Misericordia e prosegue con la S. Messa officiata dal Vescovo di Verona, Mons. Giuseppe Zenti. Un momento significativo è rappresentato dall’Offertorio, gesto simbolico durante il quale gli imprenditori agricoli fanno dono al Signore dei prodotti coltivati. La Giornata del Ringraziamento è un’occasione per riflettere sull’annata agraria. A livello locale si registrano produzioni che versano in una situazione di sofferenza per un andamento di mercato avverso, altre invece che si sono contraddistinte in modo positivo. L’orientamento agricolo riserva sempre più attenzione al biologico e alla sostenibilità ambientale e sociale.
“L’anno è stato significativo per le attività agricole, con alcuni provvedimenti normativi molto importanti per il comparto. – precisa Claudio Valente, Presidente di Coldiretti Verona – Con la cancellazione dell’Imu e dell’Irap e, dal 2017 anche dell’Irpef agricola, si riconosce finalmente la specificità dell’attività agricola che produce bene comune oltre a benefici sul piano ambientale, paesaggistico e culturale. Questi risultati, frutto anche del significativo e costante impegno della Coldiretti sul piano nazionale, rappresentano una netta inversione di tendenza rispetto agli ultimi decenni che restituisce dignità al lavoro nei campi e sostiene la competitività delle imprese agricole italiane che, nonostante le difficoltà, sono cresciute in termini di valore aggiunto il triplo dell’industria e il doppio dei servizi, nel secondo trimestre del 2016”. “Un altro traguardo importante raggiunto, grazie anche alle mobilitazioni della Coldiretti, – aggiunge il presidente – è stato il via libera dell’Unione europea alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari. Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate e altri semilavorati provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non era finora obbligatorio riportarlo in etichetta. Questo provvedimento dovrebbe essere esteso a tutti i prodotti, specie ai trasformati, cosicché i nostri produttori possano finalmente mettere la firma sulle proprie produzioni a vantaggio anche dei consumatori”.
Un altro importante provvedimento che dovrebbe essere approvato a breve è il Testo Unico sul vino che va a tagliare del 50% il tempo dedicato alla burocrazia, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore. E’ necessaria una razionalizzazione degli adempimenti obbligatori considerati dai vitivinicoltori e non solo il principale ostacolo al loro lavoro. “Tuttavia sono ancora molte – conclude Valente – le problematiche da risolvere, come il grano attaccato dalle speculazioni che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori più bassi di 30 anni fa con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superficie agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree più difficili del Paese”.
“L’annata agricola veronese – riferisce Giuseppe Ruffini, direttore di Coldiretti Verona – si è contraddistinta tra luci e ombre. L’anno è iniziato molto male per la caduta del prezzo del latte che oggi, anche grazie all’azione di Coldiretti, ha fatto registrare un inversione di tendenza con un incremento considerevole del “latte spot” e buone prospettive di crescita. Per quanto riguarda l’ortofrutta, il clima ha favorito alcune colture le orticole e ne ha penalizzate altre come il ciliegio favorendo la proliferazione di Drosophila suzukii che ha praticamente compromesso la qualità del raccolto. La pesca, dopo anni di sofferenza, ha realizzato un prezzo che ha ripagato appena i costi di produzione, lasciando troppo poco agli agricoltori. Le mele, che rappresentano la secondo coltura veronese, pur di ottima qualità, hanno avuto un avvio di stagione problematico per il prezzo stagnante. Continuiamo a registrare problemi fitosanitari negli impianti di kiwi che hanno condizionato la quantità di prodotto sul mercato e favorito un impennata dei prezzi. Permane la crisi dei cereali con prezzi del mercato al di sotto dei costi di produzione, così come per la carne che fa registrare dati non incoraggianti. Il vino, seppur anche qui con qualche eccezione, rimane una delle attività che nel nostro territorio danno ancora qualche soddisfazione alle imprese.”. “Stiamo riscontrando – prosegue il direttore – un aumento dei prodotti biologici che in Veneto può rappresentare un’opportunità per il recupero dei settori in sofferenza. Da tempo ci attiviamo per accompagnare le nostre imprese alla conversione perché anche la cultura agricola sta cambiando con una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. Del resto la tendenza al consumo di alimenti bio nel 2016 è cresciuta del 21%”. “Alla nostra città – conclude Ruffini – serve un centro sperimentale attivo per studiare le fitopatologie delle piante e trovare nuove cultivar da mettere in produzione. Solo così la nostra agricoltura potrà svilupparsi in modo competitivo”.