Sex and the City, la nuova serie è flop “Non possiamo fare a meno di chiederci: ma c’era davvero bisogno di ricominciare?”

Le donne, i cavallier, i cosmopolitan, gli amori. Sono passati ventiquattro anni dal debutto televisivo di Sex and the City, la rivoluzionaria serie tv americana che, raccontando le irriverenti peripezie sentimentali di quattro amiche in carriera, si addentra nella New York super glamour degli anni ’90, lasciando un segno sull’immaginario collettivo e modellando i sogni di intere generazioni. Novantasei episodi e due film dopo, lo scorso dicembre la serie cult è tornata sul piccolo schermo della pay TV (Sky e NOW TV) vestendo nuovi scintillanti capi firmati, indossati da quegli stessi personaggi che avevano determinato il successo del format, oggi con qualche ruga in più a solcare i loro volti.
Nonostante le alte aspettative e il fermento pubblicitario creato attorno a And Just Like That, la mini serie tv non ha sortito il successo sperato. Per usare una formula giornalistica tanto cara alla protagonista Carrie Bradshaw, da spettatori «non possiamo fare a meno di chiederci»: avevamo proprio bisogno dell’ennesimo capitolo? Non sarebbe stato meglio accontentarsi dell’happy ending?
Avevamo lasciato Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha, accoppiate e contente, a sorseggiare cosmopolitan negli affollati bar di Manhattan; le ritroviamo in tre, di cui due scoppiate e scontente, a fronteggiare la menopausa e un mondo che cambia ad una velocità vorticosa, lasciandole indietro. Carrie, rimasta vedova, deve rimettere insieme i pezzi. Charlotte cerca invano di essere una madre e una moglie perfetta. Miranda, in preda ad una violenta crisi di mezz’età, molla il lavoro e torna all’università. E Samantha? Di lei non sappiamo molto: si è trasferita a Londra, e la storica amicizia sembra ormai in frantumi.
Tutto sommato, l’idea di rivitalizzare i personaggi mostrandoci le scomodità della vita dopo i cinquant’anni non è malvagia. L’intento potrebbe addirittura essere definito coraggioso, se si pensa che nessuno nel mondo patinato della televisione sembra interessato a esplorare la sessualità e la sfera emotiva delle donne di mezza età. Allo stesso tempo, complice l’assenza di Kim Cattrall (Samantha Jones) e la prematura dipartita di alcune colonne portanti della storia, il reboot è ben lontano dall’innovatività e dalla freschezza dell’originale.
Non bastano l’arrivo di nuovi di personaggi e il tentativo di andare incontro a temi sociali a tenere a galla una trama che si era estinta prima ancora dei già mediocri sequel cinematografici. And Just Like That cerca allo stesso tempo di raccontare qualcosa di nuovo restando fedele alle frizzanti atmosfere del passato, ma finisce per esaurirsi in un tentativo esagerato di fare attivismo, perdendo di vista la qualità della narrazione. Il risultato? Quello che poteva essere un cocktail d’avant-garde di libertà e joie de vivre sui“terribili” cinquanta appare più come una sciapa minestra riscaldata, condita con scene intrise di disagio e una disperata necessità di deliziare come un piatto gourmet.

VOTO 6

Martina Bazzanella