Setti parla, ma tiene le carte nascoste Ci sono stati avvicinamenti, ma nessuna trattativa vera. Faccio quello che mi posso permettere

Il giorno di Maurizio Serri. Dopo l’incredibile e per certi versi miracolosa salvezza il presidente del Verona è tornato a parlare. Di fatto non lo faceva ufficialmente dalla settimana successiva allo spareggio con lo Spezia.
“Il mio intento è di avere sempre una salvezza più tranquilla, da 13 anni cerco di avere due cose equilibrate, la salvezza e i conti con una logica. Di errori se ne fanno, tutti li fanno, ne ho certamente fatti anch’io, Ma ho sempre cercato di fare il calcio che possiamo fare, un calcio che porta normalmente alla salvezza, un risultato che la piazza merita, ma al contempo c’è il rischio di retrocedere, ogni anno è sempre più difficile, ci sono proprietà straniere che arrivano con investimenti importanti. Poi ci sono proprietà che fanno investimenti importanti ma non vanno a buon fine, penso al Sassuolo”.
Capitolo futuro tecnico.
“Non lo so se Sogliano e Baroni rimarranno al Verona. Nella mia esperienza ho capito che i contratti ci sono ma valgono poco. Non abbiamo ancora parlato, vogliamo finire bene questo campionato poi inizieremo a fare le valutazioni di quello che ci aspetterà, insieme e in grande serenità”.
Setti è incalzato soprattutto sul mercato invernale, sulla rivoluzione operata a gennaio che è stata a dir poco incredibile.
“Normalmente il Verona fa cessioni, nel mercato estivo non è successo perchè le offerte sono arrivate troppo tardi, il punto fondamentale è che la rivoluzione di gennaio viene fatta con quattro giocatori titolari, quattro che erano riserve, e tanti non hanno mai giocato ed erano fuori rosa. Senza rivoluzione non ci si sarebbe salvati, questo l’abbiamo deciso insieme a mister e diesse. Tanti giocatori non volevamo più restare qua, l’unico era Ngonge, gli altri speravano in contratti migliori o situazioni diverse. Questo club vive di plusvalenze quindi non avendole fatte prima avrei dovuto farle dopo”.
Capitolo cessione società. Anche in questo caso è un Setti criptico, dico e non dico.
“Ci sono e ci sono stati degli avvicinamenti, nessuna trattativa. Mai stata nessuna trattativa vera. Come dico sempre: serve un acquirente giusto, l’ho sempre detto. Non sono cinese, non sono un fondo, e non sono qui a dire che non voglio vendere. Ho sempre promesso di fare il massimo di quello che mi posso permettere. Mi farei una domanda del perchè prima di me il Verona non ha fatto 70 80 anni di serie A”.
C’è spazio anche per il futuro, gli investimenti sul centro sportivo a suo tempo sbandierati.
“Il Bottagisio è una possibilità. Si valuterà cosa fare. Comporta delle scelte perchè non ci puoi mettere dentro tutta la società. Sono valutazioni che facciamo”.
Mauro Baroncini