Sarà aggiornato alla prossima settimana il tavolo in Prefettura a Verona sul fabbisogno di manodopera stagionale, convocato nei giorni scorsi per fare il punto della situazione con le associazioni di categoria. Si dovrà parlare, infatti, delle nuove procedure di compilazione delle pratiche, che, a quanto risulta, sarebbero più complesse rispetto all’anno scorso. Da quanto è emerso serviranno 4.500 lavoratori extracomunitari per il territorio veronese, da ripartire in base al decreto flussi emanato in gennaio: circa 3.000 assegnati direttamente alle associazioni e il resto richiesti dalle aziende che non si rivolgono alle associazioni agricole. Il decreto flussi è particolarmente importante per il settore agricolo, in cui continua a registrarsi una forte difficoltà a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata e dove la componente dei lavoratori stranieri ha assunto ormai una dimensione strutturale che presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi. “Da quanto emerge serviranno più lavoratori extracomunitari rispetto allo scorso anno – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona –, in quanto dall’Est Europa, tra il problema della guerra e cambiamenti emersi dall’emergenza covid, gli arrivi sono sempre meno. Quello che mi sento di evidenziare è che siamo nella stessa situazione dell’anno scorso e che, purtroppo, sembra che non cambi mai niente. Adesso c’è stato il decreto flussi, poi ci sarà il click day, ma la realtà è che non sappiamo mai realmente quanti lavoratori arriveranno. E, soprattutto, sul vero fabbisogno bisognerà ragionare dopo marzo e aprile perché, se continua la siccità di questi mesi, non ci sarà molto da raccogliere. Infine, bisogna augurarsi che non succeda quello che è successo l’anno scorso, quando ci furono ritardi colossali a causa del disbrigo delle pratiche e non ci fu la manodopera sufficiente quando necessario”. L’anno scorso le procedure burocratiche a rilento avevano causato gravi ritardi nel reperimento della manodopera, dato che in maggio ancora non si sapeva quando sarebbero arrivati i lavoratori stranieri richiesti con il click day in febbraio in base al decreto flussi. Le campagne di raccolta erano iniziate con carenze di braccianti, determinando una situazione di grave disagio per le aziende agricole, costrette a provvedere al reperimento dei lavoratori con altri sistemi. Sulla stessa lunghezza d’onda la Coldiretti che sul tema relativo alla difficoltà di reperimento della manodopera in agricoltura ha organizzato anche un convegno. “L’ingresso dei flussi- ha detto il relatore, Romano Magrini, responsabile nazionale del lavoro e delle relazioni sindacali di Coldiretti- è solo una delle possibili risposte, ma serve anche rendere più rispondente agli effettivi bisogni delle aziende il meccanismo delle quote, rendere appetibile il lavoro in agricoltura ai giovani, effettuare percorsi di formazione per qualificazione o riqualificazione professionale, anche direttamente nei paesi di provenienza della manodopera mediante collaborazioni con il Ministero degli Esteri, migliorare sempre di più i canali già disponibili per l’incontro tra domanda e offerta, anche mediante app per il cellulare”.