“Del rilancio dell’aeroporto Catullo si parla da anni, ma la situazione pare bloccata, anzi invece di andare avanti stiamo andando indietro”, a dirlo il leader di Prima Verona, Michele Croce.
“Il socio privato Save ha giocato la sua partita e negli anni è arrivata a controllare tutto il traffico aereo del Nordest con al centro Venezia e Treviso, mentre Verona e Brescia sono diventati scali di seconda categoria, sempre più marginali.
Dal 2014, da quando cioè SAVE è entrata nel sistema aeroporti del Garda (Villafranca e Montichiari), gli scali di Bologna, Bergamo, Treviso e Venezia sono cresciuti in modo esponenziale. Verona no. Anche togliendo l’anno Covid 2020, il Catullo ha sempre galleggiato sotto i 4 milioni di passeggeri annui (gli stessi di dieci anni fa), quando per il territorio che esprime potrebbe tranquillamente aspirare ai 10 milioni, come avviene per gli scali limitrofi.”
“Non è tempo più di rimuginare sul passato, ma di investire sul futuro – spiega Croce -. Mentre i vettori più importanti abbandonano l’aeroporto scaligero per fare base a Venezia o Treviso, accolti tra l’altro con grandi investimenti, dobbiamo rilanciare il nostro scalo e non accettare passivamente che il socio privato faccio il bello e il cattivo tempo. Verona non deve essere una città vassallo di altre province vicine, né essere succube di interessi privati”.
Verona deve rendersi attrattiva, investire su progetti e infrastrutture capaci di spostare il traffico aereo sulla nostra città e trattare con Save la vendita delle quote e poi indire una gara internazionale per trovare un nuovo socio investitore”.