“Caso Striscia la Notizia”. Come prevedibile il servizio mandato in onda dal tg satirico di Canale 5 ha suscitato clamore in città. L’abbiamo scritto ieri: non serviva l’inviato dotato di bicicletta Vittorio Brumotti per metterci al corrente che in certe zone di Verona esistono spacciatori e delinquenti vari. E’ così in tutti i capoluoghi del nostro Paese e del mondo. Fortunatamente, a differenza dell’etichetta affibbiataci tra gli anni ’70 e ’80 dalla stampa nazionale, non siamo più la Bangkok d’Italia, i tempi sono cambiati, e però non sarebbe nemmeno serio né onesto far finta di nulla. Tosi e il Pd, non è sembrato vero soprattutto all’ex sindaco, hanno immediatamente attaccato l’amministrazione comunale rea, a loro dire, di aver lasciato la città in mano a sbandati di ogni risma. Sboarina e Polato hanno rivendicato la bontà del proprio operato e puntato il dito contro la mancanza di pene certe e durature da parte dello Stato. Polato ha anche riservato una stoccata a Brumotti, invitato a informarsi meglio prima di mettere in cattiva luce la città. Fabio Venturi, leader di Generazione Verona (dall’altra sera “in tour” per i quartieri in vista delle prossime elezioni amministrative), su Facebook se n’è uscito invece con una dichiarazione che suona come un appello: “Verona va difesa sempre! Non esistono Striscia, Report, Santoro. FuoriRoma, i video di Salvini in stazione o altri servizietti del genere che possano permettersi di offenderla. Poi con lucidità” ha aggiunto Venturi “si entra nel merito, non ci si nasconde sotto la sabbia, e se ci sono cose migliorabili si devono migliorare, e in fretta. Non mi interessano i colpevoli, ma le soluzioni. Verona deve essere difesa a priori, tutti insieme. Ma su questo bisogna essere leali e coerenti, sempre, non si deve approfittare del servizietto per farci sopra la propaganda politica di quel momento”. Insomma: l’ex presidente di Agsm ha lanciato una sorta di patto per Verona. Resta da vedere chi vi aderirà. Alle amministrative, almeno sulla carta, mancano due anni e mezzo. La strada è lunga, ma poi neanche così tanto.