“E’ proprio questo il momento di prendersi le proprie responsabilità e decidere: per Verona e la sua provincia urge un grande Patto per il Lavoro e l’inclusione sociale che metta a sistema attori sociali, imprese, non-profit che attraverso le risorse creino un “modello Verona”, pubblico-privato, sui temi del Lavoro e della Formazione’’, lo ha detto il segretario generale della Cisl di Verona Giampaolo Veghini presentando il report sul mercato del lavoro. “Chiediamo all’Amministrazione comunale di Verona-ha detto- di farsi parte attiva per la convocazione di un tavolo di analisi al fine di governare il delicato momento con tutte e le parti sociali ed istituzionali. Per la CSL il nuovo art. 18 deve essere il diritto soggettivo alla formazione e riqualificazione professionale, ovvero Politiche Attive. Un diritto permanente a vedersi accompagnare nell’apprendere nuove competenza in un mercato del lavoro caratterizzato da forte innovazione tecnologica e riorganizzazione delle catene del valore’’.
La CISL oggi contratta nei luoghi di lavoro welfare per almeno 3 milioni di euro. Il comune di Verona ha presentato progetti per l’inclusione sociale per 6 milioni di euro derivante dai fondi PNRR.
I dati mostrano un consolidamento della tendenza a superare i livelli occupazionali registrati nel 2019.
“Dobbiamo fare molta attenzione-ha detto- però ai segnali di rallentamento se non di decrescita in alcuni settori come quelli dell’agricoltura, strategico per il nostro territorio e che soffre della carenza di manodopera’’.
Il turismo è connotato da un pieno recupero della flessione registrata durante la pandemia ed il terziario che si dimostra essere il comparto di traino. Al netto delle assunzioni e delle stabilizzazioni nel settore dell’istruzione la maggior parte dei contratti (il 42%) sono a tempo determinato e in somministrazione: questo significa che se si dovesse aggravare la congiuntura a causa della guerra, dell’inflazione e della difficoltà di reperimento delle materie prime sarebbero posizioni di lavoro perse in quei settori già colpiti: manifatturiero “energivoro” e tessile in particolare.
Per Giampaolo Veghini “Serve dare dignità alle persone attraverso il lavoro di qualità e ben retribuito. La nostra azione sindacale esprime un valore medio annuale di 26 milioni di euro in termini di salario di produttività in virtù dei nostri accordi sul 25/30% delle aziende del nostro territorio. Serve andare a prendersi quei giovani (nella nostra provincia più di 2.000) che non studiano e non lavorano e dargli una prospettiva di futuro che oggi non vedono. Dobbiamo fare rete. Una cabina di regia che monitori risorse e progetti (PNRR) per ottimizzare le azioni, rendere fattivamente esigibili i progetti ed impedire sprechi e infiltrazioni malavitose’’.
Si registra però il fenomeno del particolare aumento delle dimissioni registrato nel corso dell’ultimo anno. Nel corso del 2021 le assunzioni sono state poco meno di 184mila, il 15% in più rispetto all’anno della pandemia, ma ancora il 6% in meno sul 2019. Il saldo occupazionale di fine anno è stato invece particolarmente positivo (+11.300) segnando un importante balzo in avanti delle posizioni di lavoro in essere. Il primo trimestre del 2022 fa registrare un ottimo risultato sia per quanto riguarda la dinamica delle assunzioni sia nel bilancio occupazionale, in entrambi i casi al di sopra dei livelli raggiunti nel medesimo trimestre degli anni precedenti. Tendenza confermata anche nei dati provvisori riferiti al primo semestre dell’anno. Osservati speciali rimangono agricoltura e turismo: nel primo trimestre 2022 in agricoltura 7825 assunzioni ( 8660 assunzioni nel primo trimestre 2021 – 835); nel primo trimestre 2022 nel turismo boom di 26535 assunzioni( 15090 nel primo trimestre 2021 +11445).