“Questo è un appuntamento fondamentale che consente di discutere di cooperazione economica”. Il messaggio del presidente russo Vladimir Putin è stato letto in apertura del dodicesimo Forum Eurasiatico da Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft, colosso petrolifero in maggioranza di proprietà di Mosca. “La Russia” ha detto Sechin “è aperta alla cooperazione costruttiva su varie direttrici: i settori prioritari delle tecnologie, delle infrastrutture e della tutela dell’ambiente. Vogliamo aprire una partnership vantaggiosa con tutti i partner interessati. È importante sottolineare il ruolo unificatore rappresentato dalla comunità imprenditoriale in Eurasia. Il settore energetico mondiale sta affrontando sfide sistemiche importanti: la contrapposizione tra Paesi si sta rafforzando, distruggendo i legami economici precedenti a colpi di tariffe”. L’evento ha richiamato in città il gotha dell’imprenditoria e della finanza di mezzo mondo. Oltre mille le aziende rappresentate. Delegazioni da 41 Paesi. Presenti ministri russi, bielorussi, armeni, kazachi, uzbechi. Padrone di casa Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell’associazione Conoscere Eurasia.
“Le sanzioni decise dall’Europa e dagli Usa hanno il reale obiettivo di impedire l’emergere delle economie liberate dalla pianificazione, come nel caso della Russia” ha affermato. “Il motivo profondo delle sanzioni, anche se i pretesti dichiarati sono altri, consiste nel non permettere all’economia russa di riprendersi e di volare, diventando un concorrente commerciale pericoloso a livello internazionale. La Russia si era ridotta, negli anni 1990, a un nano economico e, secondo i promotori delle sanzioni, sarebbe dovuta rimanere tale, tenendo conto specialmente del nuovo peso economico e politico acquisito negli ultimi quasi due decenni da Mosca. L’operazione” ha aggiunto Fallico “non ha raggiunto gli obiettivi fissati, ma questa è un’altra storia. Paradossalmente oggi il Paese che storicamente è stato il propugnatore di un liberismo economico radicale è diventato un acceso difensore di un protezionismo antistorico e rozzo. Mentre i Paesi che nel passato erano imbrigliati da un’economia pianificata e spesso autarchica, sono divenuti assertori della libertà di scambio internazionale, richiamandosi alle regole dell’Organizzazione mondiale del Commercio. Serve un’Ue compatta per favorire il disgelo con gli Stati Uniti”. Presente al Forum anche l’ex premier Romano Prodi: “Ci troviamo in una situazione molto particolare, in cui la politica frena l’economia e ci si sta avviando verso la frammentazione dei mercati mondiali” ha detto. “Credo che ci si accorgerà che questa frammentazione non porta da nessuna parte e che dobbiamo gestire la globalizzazione ma che la globalizzazione è l’anima stessa dell’economia globale e quindi il dialogo oggi è fondamentale”. L’appuntamento ha richiamato anche Emma Marcegaglia, presidente di Eni:”Siamo legati da sempre alla Russia. La nostra presenza risale a cinquant’anni fa, con il primo accordo per l’acquisto di petrolio dall’ex Urss. I nostri rapporti con Rosneft sono molto importanti, le collaborazioni risalgono al 2012 e abbiamo anche accordi strategici e di partnership molto importanti in Egitto e Mozambico”.