Serenissima? No, un inferno. A passo d’uomo in autostrada Per migliaia di automobilisti in transito sulla A4 la domenica si è trasformata in un incubo. Code chilometriche per lavori a Soave e a Peschiera. Così il traffico si è spostato sulla Regionale: doppia tragedia

L’autostrada Brescia Padova Spa, controllata da A 4 Holding (da poco ha un nuovo Dg Gonzalo Alcalde Rodriguez) , uno dei gioielli strategici del nord Italia, da quando è stata irresponsabilmente ceduta dai vecchi azionisti agli spagnoli di Abertis e poi al gruppo che fa capo ai Benetton. è diventata un inferno: asfaltatura scadente, noncuranza del manto autostradale e lavori in continuazione. Il tratto viario spesso già intasato per eccesso di traffico questo fine settimana è risultato un vero e proprio inferno per migliaia di automobilisti. I lavori a Peschiera e a Soave hanno creato ingorghi chilometrici facendo impazzire nel fine settimana e la domenica tutti coloro che si sono trovati a dover passare obbligatoriamente da quelle parti. Automobilisti e non, inferociti e impossibilitati anche a tornarsene indietro, un incubo che ha coinvolto i paesi limitrofi ai caselli unica valvola di sfogo e di fuga da quella prigionia autostradale. Lunghe code si sono infatti create dal casello di Soave, dal quale in molti hanno preferito uscire, fino a Caldiero, Colognola ai colli, Vago di Lavagno, fino a San Martino Buon Albergo. Lo stesso dicasi per i centri abitati che ruotano attorno al casello di Peschiera: anche in questo caso lunghe code si sono registrate tra Castelnuovo, Lugagnano e Bussolengo,oltre che nella parte bresciana verso Sirmione. Colpevoli e responsabilità da parte della dirigenza e dei responsabili dei lavori che fregandosene altamente dei disagi che avrebbero provocato hanno pianificato i lavori nei giorni meno indicati, ignorando soprattutto importanti manifestazioni ed eventi che si tenevano a Verona, Vicenza, Bergamo, Venezia e Milano. Situazione di paralisi che sulla BS-PD sono diventate oramai all’ordine del giorno, per non parlare del disagio degli automobilisti ai caselli che per fare profitto si è automatizzato quasi tutto con ulteriori rallentamenti ad ogni uscita, condizioni così si erano viste raramente in passato ed erano eccezioni dovute a gravi incidenti o calamità naturali. Si è arrivati al punto che alcuni automobilisti fermi per ore sono scesi dalla macchina e hanno raccolto firme di protesta, hanno superato il migliaio di persone.

A.O.