Il 7 dicembre il Teatro Ristori aprirà le sue porte per una serata di Gala e comicità il cui frutto andrà a sostenere una realtà che nell’arco di breve tempo ha fatto breccia nella città di Verona e nel cuore di molti veronesi. Si tratta de Il Mangiabottoni, un piccolo ristorante a Porta Palio gestito da ragazzi con disabilità e dai loro educatori. Scendi le scale ed entri in un mondo che ha la forma che il mondo dovrebbe avere. Senza barriere lavorative tra abilità e disabilità. 25 ragazzi che si alternano, perfettamente in grado di farlo, tra sala e cucina, che lavano i piatti, i pavimenti, che servono ai tavoli. Che rifanno i letti e puliscono le stanze di Stravagante, l’ostello che occupa i piani superiori e che è nato nello stesso anno. Il 23 dicembre 2018. E’ un progetto di Aias, Associazione italiana assistenza spastici, che dal 1964 fornisce sostegno alle famiglie delle persone affette da spasticismo. 150 le famiglie aiutate da questa realtà nella sola provincia di Verona. Aias, che attraverso l’Officina di Aias, cooperativa sociale che gestisce diversi servizi socio assistenziali rivolti a diverse categorie di disabilità, ha dato vita proprio a Il Mangiabottoni e a Stravagante. 98 per cento di presenze per l’ostello, tra gli 80 e 120 coperti giornalieri per il ristorante. E ora, che si avvicinano i festeggiamenti per i 70 anni di Aias nazionale, i 60 di Aias Verona e i 25 dell’Officina Aias, si è deciso di mettere tutto insieme per una serata di raccolta fondi a sostegno di questa realtà che non si è limitata a dare un lavoro a persone che altrimenti non lo avrebbero avuto, ma che ha dato a loro dignità. E sul palco del Teatro Ristori di Verona, sabato 7 dicembre alle ore 19, saliranno Marta e Gianluca, duo comico molto conosciuto e amato dal grande pubblico. “I fondi che raccoglieremo grazie a chi comprerà il biglietto saranno destinati a potenziare il servizio de Il Mangiabottoni, a dare possibilità nuove”, spiega il Presidente di Aias della Provincia di Verona Marco Vesentini. “Ma non li useremo solo per interventi per così dire strutturali. Perché c’è tutto un mondo oltre al lavoro, un mondo fatto di desideri, di convivialità, di voglia stare insieme. Per noi e per loro”. “Spesso -spiega Vesentini- le persone con disabilità queste cose non se le possono permettere. Paradossalmente chi ha una disabilità medio lieve, ancora meno. Spesso non hanno la capacità di produrre un reddito che sia sufficiente a garantir loro cose che noi diamo per scontante, un momento di svago, una piccola vacanza. Chi lavora al Mangiabottoni invece sì, ed è questo un aspetto che noi consideriamo fondamentale”. “Le sfide di lavorare in un posto come questo sono tante” – spiega Mattia Padovani, gestore de Il Mangiabottoni – la mia personale è far capire al mondo che questi ragazzi sanno lavorare, che non sono una spesa, una palla al piede ma possono essere una vera e propria risorsa per la società. Io sono qui dall’inizio, sono partito con il servizio civile per poi prendere la gestione piena del progetto da quest’anno. Ho visto i ragazzi crescere, anche perché mio fratello ha la sindrome di down ed è inserito all’interno del progetto dell’Officina dell’Aias già da tempo. Con questi ragazzi ci sono cresciuto, erano degli amici prima di diventare colleghi”.