Senza rispetto. Della storia, di chi questa storia ha scritto, di quello che il Chievo è stato. E forse può essere ancora.
Troppi de profundis, troppe sentenze già scritte, troppi giudizi e troppi verbi al passato. “Il Chievo non merita tutto questo” ha detto Gigi Delneri, uno dei simboli del Chievo.
No, non lo merita, anche se il suo presente (e forse il futuro) è appeso a un filo. Ma c’è un altro grado di giudizio, va atteso, con la speranza che il Collegio di garanzia accolga le istanze della società. Che è sicuramente in difficoltà, che qualche scelta importante deve avere per forza sbagliato. Ma che per vent’anni è stata un modello per tutti e che, per un po’, è stata pure la “seconda squadra di tutti”. Certo, il tempo passa, la memoria è corta, meglio scendere in fretta dal carro. Il Chievo non è ancora una squadra di ricordi. Noi, con Delneri e tanti altri, facciamo il tifo.