Quattro note di clavicembalo, doppio schiocco delle dita e, improvvisamente, ci troviamo avvolti dalle tenebre nella lugubre e fatiscente villa della famiglia Addams.
Chissà se Charles Addams se lo sarebbe mai immaginato, nel lontantissimo 1938, che quelle sue vignette umoristiche pubblicate sul settimanale The New Yorker avrebbero dato vita a un vero e proprio mito: 84 anni dopo, la strampalata famiglia continua a comparire in tutte le salse su piccoli e grandi schermi, libri, fumetti, teatri, per non menzionare lo spaventoso successo che si assicura ogni anno tra i travestimenti di Halloween.
Se, a partire dall’iconico adattamento televisivo degli anni ’60, la telecamera ha raccontato la storia della spettrale dinastia focalizzandosi perlopiù sulle vicessitudini di Gomez Addams e della sua affascinante moglie Morticia, nel nuovo spin-off prodotto – e parzialmente diretto – da Tim Burton l’attenzione si sposta quasi interamente sulle lunghe trecce castane della primogenita Mercoledì.
In “Mercoledì”, serie in 8 episodi approdata su Netflix il 23 novembre, l’inizio ricalca l’incubo di ogni adolescente ribelle: dopo l’ennesimo, pericoloso disastro combinato nella scuola pubblica, Morticia (Catherine Zeta-Jones) e Gomez (Luis Guzmán) si vedono infatti costretti a spedire la figlia
(Jenna Ortega) in collegio. Decisamente contrariata, la solitaria, pallidissima Mercoledì si ritrova ben presto a camminare per i macabri corridoi di Nevermore, istituto che accoglie licantropi,
vampiri, sirene e tanti altri adolescenti considerati “diversi”. Nonostante l’atmosfera e le persone siano più affini alla sua filosofia dark, inizialmente la ragazza rifiuta la sua nuova vita, ma ben presto una serie di misteriosi omicidi e l’incontro con alcuni compagni la porteranno a grandi,
inaspettati cambiamenti.
Netflix lo sa fin troppo bene che un cocktail a base di teenagers, atmosfere vintage-horror, soprannaturale e un pizzico di romanticismo possono portare a grandi cose: ce l’ha già dimostrato
ampiamente con il riuscitissimo Stranger Things e, scavando negli archivi, con Le terrificanti avventure di Sabrina. “Mercoledì” abbraccia in modo eccelso tutti i generi appena descritti, ma si gioca anche un’arma potentissima: l’occhio entusiasta ed esperto di Tim Burton che di solitudine, emarginazione e ambientazioni gotiche ha fatto la sua intera poetica.
“Mercoledì” rispecchia esattamente l’animo della sua protagonista: la sceneggiatura è brillante, stravagante, intrisa di uno humour tagliente.
La trama, a tratti, ricorda dinamiche già note in altri format simili, ma conserva comunque una vena originale e intrigante. E per chi fosse intimorito dalla possibilità che la performance di Jenna Ortega non fosse all’altezza di quella di Christina Ricci (indimenticabile Mercoledì nei due film cult degli anni ’90): sappiate che non avete assolutamente nulla di cui preoccuparvi.
Ben tornato, Tim Burton: ora ci aspettiamo una seconda stagione altrettanto scoppiettante.
VOTO 9
Martina Bazzanella