Lo puoi trovare all’uscita dalla Trattoria “Il Pigno” in Località Rosolotti o a Los Angeles in
compagnia di Principi Sauditi. “Quando passi da Custoza chiamami che andiamo a berci qualcosa assieme”. Si congeda così dopo averlo appena conosciuto in una lunga intervista telefonica, e basterebbero queste poche parole per capire di che pasta è fatto. Tra i procuratori di Del Piero e Gattuso solo per citarne un paio, gira mezzo mondo per realizzare le sue intuizioni, ma quando deve staccare torna a Custoza, anche se dorme pochissimo: “Dormo 3/4 ore a notte, vado a letto molto tardi. Il papà di Rino (Gattuso) anche lui è come me, mi prende sempre in giro, dice che in realtà abbiamo vissuto 300 anni e non quelli che abbiamo veramente. Io sono cresciuto a Villafranca, c’è qualcosa di particolare che mi lega a questi posti: mi piace la campagna, la vita semplice, mi fa sta
star bene ed è comoda per gli spostamenti”.
Anche in questo periodo con un calcio-mercato così particolare, Andrea D’Amico è uno che va ai “mille all’ora” e parlerebbe del suo lavoro e di pallone per tutto il giorno. “Io sono un carro armato, potrei lavorare 24h al giorno, perché quando fai qualcosa che ti piace non ne senti il peso. Questo che si è appena concluso è stato un mercato particolare, per un fatto temporale sembrava quello di riparazione, un mercato asfittico. Purtroppo il virus ha colpito tutti: le grandi società prive degli introiti più importanti e le piccole che fanno fatica a stare a galla”.
Dagli anni ’90 con l’affarone Lentini, all’apertura sui mercati internazionali con il passaggio di Vialli al Chelsea in Inghilterra o di Porrini e Amoroso ai Glasgow Rangers in Scozia. Fino alle recenti operazioni, artefice del trasferimento di Cannavaro nel 2010 a Dubai e dei faraonici contratti strappati per la “formica atomica” Giovinco.
“E’ difficile fare una graduatoria, le soddisfazioni più grandi arrivano quando hai un’intuizione e riesci a realizzare quel colpo che avevi in mente. Come un’artista, ti sembra quasi di creare qualcosa. E poi anche aiutare i calciatori nelle scelte fuori dal campo. Quando Del Piero su mio consiglio ha scelto di operarsi negli Stati Uniti dal prof. Steadman e non ha più avuto problemi al ginocchio, è stata una grande gioia. Dentro la parola “conoscenza” c’è la risposta per tutto”.
Fabio Ridolfi
“Così ho portato Giovinco a Toronto”
“All’inizio ci ho messo un
impegno incredibile, penso facessi 100.000 km all’anno. Passione, impegno, sacrificio e relazioni. E anche gli studi sono fondamentali per creare la persona che sei, la cultura ti accompagna sempre. Adesso dopo tutti questi anni riesco a lavorare più sereno e tranquillo, ma sempre supportato dallo studio e dalla conoscenza, come nel caso di Giovinco. Avevo studiato il mondo MLS, le squadre avevano più budget, Toronto era la seconda città con più italiani dopo New York e non avevano un giocatore italiano. Portare un giocatore forte e giovane come lui che poteva dare spettacolo era perfetto, anche loro son rimasti colpiti e abbiamo chiuso l’affare in un attimo. Come nel film “Amici miei”, senza essere autoreferenziale, ci vogliono “Fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione”.