Se n’è andato in fretta, quasi senza disturbare. Giuseppe Porrino da Calvi Risorta, come si leggeva sull’album della Panini, aveva 70 anni. “Pochi per andarsene” sospira Guido Grandis, suo grande amico veronese. “Un fratello” spiega. “Pensa che ogni mattina ci mandava un messaggio di buongiorno…Quando ho visto che stentava a farlo, ho capito che qualcosa non andava”.
Storie di un altro calcio, “…di quando i calciatori erano ragazzi normali e nascevano amicizie vere, profonde. “Ci siamo sempre sentiti, lungo cinquant’anni, non ci siamo mai persi di vista” aggiunge Guido.
Beppe Porrino, era il “portiere con i baffi”, “eroe” di Terni, uno spareggio che ha fatto storia. Lui e Giacomi, i portieri di quella promozione, ma toccò a lui giocare lo spareggio. “Segnò Mazzanti, io sbagliai due gol, meno male che Porrino fece un paio di grandi parate, altrimenti non co come sarebbe finita” dice Zigoni.
Porrino era quella figurina Panini, un po’ “strana”, come succedeva una volta. Per scattargli la foto, aprirono il Bentegodi, si vede che non c’è nessuno e lui “finge” di parare. Ma una volta era così, tutto più vero, tutto più semplice. Com’era semplice lui. Genuino. Così lo ricordano ci compagni, con i quali era stato qui un paio d’anni fa, nel raduno di un primo maggio indimenticabile. Ha vissuto a lungo a Vienna, con la sua compagna, dopo la separazione dalla moglie.
Una carriera tranquilla, una vita semplice, tanti ricordi, come quelli che ha lasciato a Verona. Non solo per i “miracoli di Terni”. Ma per la sua umiltà, il suo sorriso. Sapeva parare e sapeva farsi voler bene. Verona gliene vorrà sempre.