La situazione di crisi provocata dal Coronavirus sta sollevando, si sa, un vero e proprio polverone di polemiche. La tensione generale è palpabile: la paura provocata dal timore del contagio, alimentata dall’improvvisa chiusura delle scuole, dell’annullamento delle manifestazioni pubbliche e dalle continue ordinanze ministeriali, hanno provocato un drastico calo delle persone che girano per la città. In Piazza Bra si può fotografare l’Arena tranquillamente, senza avere nessuno che disturba l’inquadratura. I negozi di via Mazzini sistemano le vetrine, perché i clienti scarseggiano. Piazza Erbe, famosa per l’happy hour dei giovani veronesi, si ritrova senza due o tre locali perché chiusi. E gli esercenti veronesi lamentano una situazione, dal punto di vista economico, davvero drammatica.
La crisi di queste ultime due settimane colpisce tutte le categorie ed è quasi impossibile stabilire chi ne subirà maggiormente gli effetti. Tra le tante, spicca quella dei lavoratori del mondo della ritorazione. “In giro non c’è nessuno” afferma la proprietaria di uno dei banchetti di gastronomia di Piazza Erbe. “Non vendiamo nulla in questi giorni, non avevamo mai vissuto una situazione simile”.
La stessa cosa dice un’altra vicina: “Io vendo frutta e verdura, ma se la gente non compra va tutto a male. Ho dovuto ridurre la merce allo stretto necessario per sprecare il meno possibile”. Una gelataia di Piazza Brà invece sostiene: “La piazza non è mai stata così vuota, nonostante non sia alta stagione. Essendo in una posizione centrale siamo sempre riusciti a vendere qualcosa. Forse ci salviamo solo perché siamo un franchising, ma chi invece lavora in proprio se la vede molto brutta”.
Infatti, sotto l’orologio, una delle pasticcerie scaligere più note conferma la visione: “Se la situazione continua in questo modo, non sappiamo come pagare né l’affitto né gli stipendi. Possiamo anche stringere i denti per un periodo, ma se continuiamo così non sappiamo dove andremo a finire”.
Oltre alla preoccupazione per l’andamento degli affari, gli esercenti ristoratori confermano anche le diverse difficoltà sulla gestione della situazione a livello sanitario. “Non sono arrivate regole chiare e precise, se non quella di mantenere il metro di distanza tra le persone e di lavarsi spesso le mani. Il problema è che nel mio ambiente ci sono pochi posti a sedere e non tutti possono permettersi di mantenere le distanze” afferma un barista. Se fino a qualche giorno fa l’emergenza non sembrava così grande, ora mano a mano che passa il tempo la situazione sembra peggiorare. Le cose cambiano molto velocemente, e proprio per questo bisogna fare attenzione sia dal punto di vista della salute, sia dal punto di vista economico. “Per come la vedo io – spiegano sempre in pasticceria – sembra che le Istituzioni stiano tenendo in considerazione solamente il contenimento dell’epidemia, senza la consapevolezza che seminando panico e paura le persone spariscono dai negozi. E un ristoratore guadagna proprio attraverso le persone che lo scelgono”.
Pizzerie e ristoranti del centro storico non sono esonerate da tali condizioni, dove il calo della clientela è dovuto soprattutto alla perdita quasi totale della fascia dei turisti. C’è anche chi però non si perde d’animo: una delle pizzerie più note del centro storico, in Piazza dei Signori, ha sicuramente deciso di non restare con le mani in mano. Approfittando della chiusura delle scuole e dell’insolitamente scarsa clientela, il proprietario Michael Cortelletti ha chiamato a raccolta la sua squadra di cuochi per una giornata di “formazione” con lo chef e il professore Andrea Bertolucchi. Obiettivo: preparazione e degustazione di nuove ricette da proporre in estate a clienti. Capacità professionale e ingredienti di prima qualità sono alla base di ogni ricetta, pensata ad hoc per i giorni più caldi. La speranza di tutti, infatti, è quella che la situazione si risolva il prima possibile, auspicando in un buon recupero durante la stagione estiva. Ma l’ombra lunga di questa crisi, che raggiunge in questi giorni il suo apice, lascia molti dubbi sulle tempistiche della sua scomparsa.
di Valentina Farina