Se Meloni azZoppa(s) Zaia la Lega diventa ininfluente La premier fa circolare il nome dell’imprenditore Matteo Zoppas per cercare una sintesi nella coalizione. Ma la Lega attende le scelte di Zaia

LUCA ZAIA PRESIDENTE REGIONE VENETO

La Meloni azzoppa(s) Luca Zaia. Continuano le scosse telluriche di assestamento nel Veneto dopo i risultati delle elezioni europee e in vista delle Regionali del prossimo anno.
CHI DOPO ZAIA? Il punto principale è che Fratelli d’Italia con un risultato elettorale triplo della Lega nel Veneto dove ha raggiunto il 37,5 contro il 13 del Carroccio, reclama la presidenza della Regione ma deve trovare un nome che rappresenti un punto di convergenza per la coalizione e faccia sintesi. Un candidato presidente di bandiera come De Carlo o Speranzon, per fare due nomi che stanno circolando, non avrebbero il seguito degli alleati leghisti e forzitalisti. Da qui l’ipotesi di Giorgia Meloni di candidare un imprenditore, un rappresentante cosiddetto della società civile come Matteo Zoppas. E anche Forza Italia a quel punto farebbe fatica a insistere sulla candidatura a presidente di Flavio Tosi che in realtà punta a tornare a fare il sindaco a Verona.
COSA FA LA LEGA? Una candidatura a presidente di un imprenditore, sarebbe sufficiente per accontentare la Lega ed evitare che i leghisti facciano corsa solitaria per ribadire autonomia e identità nella regione che più si batte per la riforma autonomista?
Difficile pensare che la Lega abbandoni l’idea di correre da sola, ma tutto dipende dalle scelte di Zaia. Una corsa solitaria del Carroccio, fanno notare i leghisti, ha senso se Zaia facesse la propria lista con Conte candidato alla presidenza e lo stesso Zaia capolista.

Gardini al posto di Donazzan. E Tosi potrebbe scegliere la Ue

Il governatore alle ultime elezioni regionali ha avuto oltre il 70% di consensi. Se lui si mette in corsa allora anche per la Lega avrebbe un senso la corsa fuori dalla coalizione di centrodestra, altrimenti sarebbero dolori. Perché in questo caso, la Lega dovrebbe rassegnarsi a diventare un comprimario dell’alleanza e a un ruolo marginale per almeno dieci anni in una regione, come si diceva prima, in cui si sente protagonista.
ZAIA AL TOP. La mossa della premier Meloni quindi potrebbe essere quella, per depotenziare la Lega, di assegnare a Zaia un ruolo di top manager, la presidenza di un ente importante e di grande visibilità, commissario internazionale o alto rappresentante per il Governo. A quel punto il governatore non avrebbe più alcun interesse a mettersi in corsa per le Regionali. Dalle prossime mosse si capirà quale piega prenderanno le prossime elezioni.
LA GIUNTA. Intanto Zaia è alle prese con la sostituzione dell’assessore Elena Donazzan, eletta al parlamento europeo. Il governatore ha posto la questione di genere e quindi chiede a Fratelli d’Italia una donna. Verona ha già avanzato l’ipotesi di Serena Cubico, docente universitaria che per FdI siede nel cda della Fondazione Arena per conto del ministero di Sangiuliano.
Ma circola forte anche il nome di Elisabetta Gardini che nel caso dovrebbe dimettersi dalla Camera e quindi chiederebbe una compensazione sicura per il futuro. Nel caso prevalesse il nome della Gardini per FdI di Verona sarebbe difficile rimediare allo smacco: i veronesi chiedono una presenza in Giunta dove il territorio veronese ha come unica rappresentante la vicepresidente De Berti. Inoltre al posto di Daniele Polato eletto a Bruxelles entrerà Stefano Casali in consiglio regionale e dietro di lui c’è Massimo Giorgetti, ex assessore regionale. Fratelli d’Italia quindi punterebbe a una cordata veronese, ma l’impresa appare difficile.
TOSI. In questo scenario si inserisce anche l’elezione a bruxelles dei tre veronesi. Daniele Polato di Fratelli d’Italia è stato sicuro subito di volare all’europarlamento, il leghista Paolo Borchia ha avuto conferma di tornare al parlamento europeo dopo che il generale Vannacci ha optato per la circoscrizione Nord Ovest liberando il posto nel Nord Est. E Flavio Tosi? L’ex sindaco risulta eletto come secondo dopo l’esponente di Svp cui Forza Italia ha ceduto il seggio di Tajani e quindi l’ex sindaco di Verona può andare a Bruxelles. Ci andrà? Non c’è ancora certezza ma è molto probabile. Perché? Perché se andrà all’europarlamento, dovrà dimettersi dalla Camera dove è vicepresidente della commissione Trasporti e al suo posto entrerebbe la veronese Paola Arduini, già sindaco di Caprino. Se invece Tosi rinunciasse al seggio europeo, al suo posto entrerebbe la sottosegretaria al Mef Sandra Savino di Trieste. E Verona batte Trieste. Sempre che a Tosi sia garantita visibilità mediatica: Bruxelles spesso vuol dire dimenticatoio…