Gentile Direttore,
con riferimento all’ultimo editoriale nel quale i leader e maggiori esponenti di partito italiani vengono criticati per la loro scelta politica di non “andare in Europa”, mi piacerebbe avere la lista dei maggiori leader ed esponenti politici degli altri Paesi che sono europarlamentari in carica e frequentano il Parlamento Europeo.
Mi sembra che né Macron né Scholz siano europarlamentari, giusto per menzionare un paio di leader di grandi Paesi europei.
È vero che loro non si candidano per poi dimettersi come faranno i nostri, ma ciò fa parte di giochini politici interni al nostro Paese e non significa affatto che quelle persone che poi saranno effettivamente elette e frequenteranno l’Europarlamento non siano competenti ed in grado di difendere gli interessi del nostro Paese. Non crede?
Sandro Sandri
Mosche bianche, caro Sandri, mosche bianche. Non voglio certo affermare che i nuovi eletti al parlamento europeo non saranno competenti e appassionati, ma senza dubbio quelli che ci sono sono mosche bianche. Perché? la risposta se l’è data lei da solo: quello che importa in queste elezioni sono “i giochini politici interni al nostro Paese”.
Questa logica tutta iataliana va a detrimento della competenza e della preparazione dei candidati per l’Europa. Che poi si trovano di fronte colleghi di Olanda, Belgio, Germania, Francia e così via: vecchie volpi che navigano nell’Europarlamento da anni e conoscono benissimo retroscena e carte vincenti.
Non è un caso che poi si dica che l’Italia non riesce a contare nella Ue. I casi sono due: o è perché non siamo dentro la maggioranza che conta e quindi non si tocca palla, oppure perché i nostri europarlamentari prima che imparino i meccanismi di Strasburgo e bruxelles hanno già perso troppe partite.
Ci sono sicuramente grandi eccezioni, le abbiamo avuto e le abbiamo tuttora. Ma è il meccanismo generale che fa acqua…
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